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Non si può stare in silenzio innanzi ad un fatto così grave, ad una tragedia che ha reciso una giovane vita, l’esistenza di una giovane donna.
Fabiana avrebbe avuto ancora tutto un futuro innanzi a sé da vivere. Tante emozioni le avrebbe potuto regalare questo suo passaggio da fanciulla a donna, e la vita chissà quante ancora.
Non è andata così. La sua esistenza ha avuto una fine orribile, tragica, probabilmente evitabile.
E allora tutti siamo chiamati a interrogarci e a riflettere? Come può essere accaduto?
Ci continuiamo a stupire e a provare smarrimento ogni qual volta il numero degli omicidi di donne sale. Tale realtà viene vissuta con un senso di impotenza, si cercano rassicurazioni guardando all’eccezionalità di ognuna di queste vicende: con la pazzia dell’autore, con il disagio sociale della coppia, con il comportamento irregolare di lei, con la gelosie e il “troppo amore” di lui.
L’esperienza insegna come un tale modo di affrontare la questione non porterà mai a nessun reale cambiamento.
È necessario che si faccia strada un’altra cultura delle relazioni uomo/donna, lontana dalle logiche patriarcali, dove un nuovo equilibrio fra i ruoli, i diritti e le libertà acquisti cittadinanza, divenga senso comune, contro una violenza che non ha confini o differenza tra ceti sociali.
Sempre più appare certo che il focus del disagio è nell’errata visione proprietaria maschile delle donne del proprio ambito: figlie, mogli, compagne, alle quali non si riconosce la libertà di scelta, la libertà di esistere autonomamente, indipendentemente.
È indispensabile un cambiamento, ed è urgente che la politica, la cultura e la società nel suo complesso e nelle singole individualità se ne facciano carico.
È altrettanto necessario, e non più rinviabile, che il contrasto alla violenza maschile contro le donne passi dall’impegno di ognuna/o di noi, ed in maniera imprescindibile, anche dalla sensibilizzazione e dall’educazione delle nuove generazioni, fin dai primi anni di vita. Una terribile tragedia come quella di Corigliano rappresenta un ulteriore campanello d’allarme di un’emergenza educativa ed emozionale che pervade l’intera società e che deve e può essere fronteggiata attraverso l’impegno non solo delle associazioni che gestiscono i centri antiviolenza ma anche delle famiglie e di tutte le agenzie educative.
In questa “azione sinergica ed a tutto campo” anche i media possono e, anzi debbono fare la loro parte. Siamo stanche si sentire minimizzare e mascherare la violenza di genere dietro alla parola “conflitto”; siamo stanche di leggere accanto alla parola violenza o femminicidio le parole “amore e passione”!.
L’Associazione “Attivamente Coinvolte” che da 5 anni opera attraverso 2 sportelli d’ascolto antiviolenza nei territori di Catanzaro e Tropea, gestiti da operatrici specializzate in tale senso ha inteso, tra le sue diverse azioni sul territorio calabrese, intraprendere un dialogo privilegiato con le istituzioni scolastiche, in quanto luogo di incontro tra pubblico e privato, che può favorire e promuovere la giusta nonché la necessaria responsabilità civile. Un’adeguata opera di sensibilizzazione e prevenzione può assicurare un futuro diverso in cui tutte le differenze, non solo quelle di genere, possano assurgere a vere fonti di arricchimento.
In quest’ottica dal mese di febbraio l’Associazione è partner, insieme al Dipartimento 10 della Regione Calabria, la Commissione Regionale Pari Opportunità l’Ufficio Scolastico regionale, la Provincia ed il Comune di Catanzaro, il Comune di Monasterace, il Comune di Tropea e le prestigiose associazioni calabresi che gestiscono i centri d’ascolto ed i centri antiviolenza sul territorio calabrese di un importante progetto di prevenzione e sensibilizzazione sul tema della violenza di genere promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento per le Pari Opportunità. Il progetto ad ha oggi ha fatto tappa in numerose calabresi: tra cui Reggio Calabria Tropea, Pizzo Calabro, Rende, Cosenza, Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia, Soverato, Girifalco, Chiaravalle, che ha consentito di raggiungere oltre 4000 giovani, ma ancora molti altri saranno coinvolti nei prossimi mesi.
L’associazione si schiera accanto alla famiglia di Fabiana ed a tutte le giovani ed i giovani che hanno trovato il coraggio in questi giorni di prendere una posizione chiara di condanna rispetto alla violenza maschile sulle donne e chiede a gran voce anche alla politica la stessa chiarezza e tenacia.
La presidente
Avv. Stefania Figliuzzi
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