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Nell’Anno della Fede, appena inaugurato da Sua Santità, Papa Benedetto XVI, approderà in Calabria, dal 25 al 27 ottobre prossimi, AUREA, la Borsa del Turismo Religioso e delle Aree Protette, giunta alla sua settima edizione. Con questo grande evento di promozione, la Regione Calabria, per volontà del presidente Scopelliti, intende rafforzare il valore e la qualità del proprio patrimonio turistico-religioso.
La manifestazione, organizzata in collaborazione con la Conferenza Episcopale Italiana e con l’ENIT (Agenzia Nazionale del Turismo), si terrà nella suggestiva cornice del Santuario di San Francesco da Paola. Da qualche anno, con l’intenzione di sostenere la cultura dei luoghi mantenendo la storia dell’uomo al centro del suo universo di valori, anche la Chiesa partecipa a simili eventi di promozione.
A tal proposito, in attesa del suo intervento nel convegno di apertura dell’evento, che si terrà nella sala convegni della Nuova Aula Liturgica della Basilica di San Francesco a Paola (CS) il prossimo 25 ottobre alle ore 10.30, abbiamo ascoltato l’intervento del Direttore dell’Ufficio Pastorale Sport, Turismo, Tempo Libero della Conferenza Episcopale Italiana, Mons. Mario Lusek.
“Da sempre il viaggio è una metafora dell’esistenza. Le prime forme di viaggio dell’uomo hanno sempre avuto come destinazione una meta a carattere religioso. L’uomo viatore, ovvero l’uomo viaggiatore, l’uomo camminatore, il viandante, è da sempre a noi familiare sia per la sua ricerca di senso e di significato sia per la ricerca di mete diverse per incontrare tradizioni e culture opposte alle sue. Un cammino di ricerca fatto solo per conoscere l’altro. L’arte di viaggiare è senza dubbi un modo concreto capace di mettere al centro dei riferimenti la persona, che così può valorizzarsi e rispondere alle domande fondamentali della vita: chi sono, dove vado, perché vivo, quale è la meta finale del mio esistere? Proprio per questo, anche la Chiesa si occupa di turismo, perché sa di avere una competenza educativa e un’attenzione particolare verso il pellegrino, l’uomo viaggiatore. Spesso – afferma don Mario Lusek – ci chiedono perché la Chiesa partecipa a Borse di turismo religioso o ad iniziative di natura economica che promuovono territori particolari, attraverso tecniche di marketing. L’Ufficio Pastorale della CEI che si occupa di tempo libero e sport sa che l’attenzione sta crescendo in tal senso e che gli Enti locali, le Regioni e lo Stato hanno individuato da tempo nella risorsa turismo una possibilità di ripresa economica, in particolare per il Mezzogiorno d’Italia. La Chiesa non solo condivide questa impostazione, ma si affianca a simili iniziative per apportare il proprio contributo culturale. Promuovere la cultura del viaggio, la cultura del turismo, mettendo l’uomo sempre al centro dei suoi movimenti, quell’uomo che valorizza i territori che visita, facendoli riscoprire in maniera diversa. Un territorio che non rappresenta soltanto un luogo geografico ma, in particolare, un territorio come dimora dell’uomo, come luogo di incontro tra culture diverse. Ciò per far sì che l’uomo si senta accolto come a casa propria, trovandosi familiare con l’ambiente che incontra, lì dove ci sono vari elementi che convergono su un unico punto: l’elemento dell’ambiente, del paesaggio, della cultura locale, dei sapori e dei gusti ma, soprattutto, della bellezza dei luoghi. Proprio attraverso la bellezza dell’essere, nonostante i pochi giorni che si vivono in quel luogo, – conclude don Mario Lusek – l’uomo può arricchirsi dell’elemento più difficile che si incontra in un viaggio: la conoscenza dell’altro”.
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