Questo post é stato letto 25680 volte!
Il servizio di emergenza urgenza medica (SUEM 118) dovrebbe essere il fiore all’occhiello della sanità pubblica, invece, non risulta rispondente ai requisiti essenziali e cioè i tempi d’intervento stabiliti dai protocolli nazionali, né a quelli attinenti i trasferimenti in urgenza, tutti codici rossi.
Il nostro territorio è parte integrante dell’ASP provinciale e, nel rispetto dell’uniformità delle prestazioni, deve pretendere servizi efficienti ed efficaci alla stessa stregua del resto della Provincia. Invece, mentre i tempi di percorrenza si accorciano, sulla Piana diventano talmente lunghi fino a un’intera giornata (11 ore). Tempo necessario per raggiungere l’ospedale provinciale in grado di affrontare la grave condizione del cittadino traumatizzato.
Il soccorso pubblico da pronto intervento finisce in lunghissime e dannose attese. Questo accade da molto tempo e continua a colpire troppi cittadini. Non bastano più i casi eclatanti, riportati dalle cronache quotidiane, non è sufficiente la denuncia ed i processi penali per ripristinare l’efficienza e l’efficacia di un servizio fondamentale e di assoluta urgenza. Il caso del giovane Flavio Scutellà è destinato a ripetersi colpendo inesorabilmente un territorio martoriato come la Piana di Gioia Tauro.
Sono di domenica le tre emergenze affrontate dal pronto soccorso dell’Ospedale di Polistena. Questo ospedale raccoglie l’utenza dell’intero comprensorio (170.000 abitanti), tra gli altri compiti si trova a dover gestire ammalati che necessitano di ricoveri urgenti in altre strutture ospedaliere dotate di alta specialità. Ecco quanto è successo domenica. Il primo paziente, con sospetto trauma cranico, doveva essere trasferito alle ore 11,00 per una consulenza neurochirurgica all’Ospedale Riuniti di Reggio Calabria ma, soltanto alle ore 14,05 si è resa disponibile un’ambulanza (3 ore di attesa); il secondo paziente giunto al pronto soccorso di Polistena, accompagnato in macchina dai propri familiari, alle ore 11,00 doveva essere trasferito in estrema urgenza presso la Chirurgia Toracica di Reggio Calabria ma, anche in questo caso, l’ambulanza arriva alle ore 19,30 (8 ore e 30 di attesa); il terzo paziente critico giunge sempre allo stesso pronto soccorso dove, a seguito del tempestivo esame TAC, gli viene diagnosticata un’emorragia cerebrale, dalla richiesta di un’ambulanza (inoltrata alle ore 11,30), la disponibilità del mezzo di soccorso si ha soltanto alle ore 17,40 (6 ore e 10 minuti di attesa).
Come si può capire l’emergenza ha tempi veramente inaccettabili e, la prolungata attesa, da 3 a 8,30 ore, ha messo in serio pericolo, sia gli ammalati, sia i sanitari del Pronto Soccorso di Polistena e non ultimi i componenti dell’equipe del SUEM 118. Orbene, non vorremmo addossare le colpe a nessuno anzi, nonostante la disponibilità di accogliere l’ammalato al Riuniti di Reggio Calabria, non ci sono ambulanze.
Non è pensabile che un cittadino di Cittanova, con un gravissimo problema respiratorio da trauma toracico e gli altri due con problemi neurologici, devono aspettare tanto tempo per essere trasferiti a Reggio Calabria. Se poi si considera il percorso domenicale (Autostrada chiusa percorso alternativo Polistena/Reggio in 2 ore), l’emergenza va a farsi benedire. A tanto degrado nessuno è in grado di rispondere, né alle richieste del singolo, né all’intera comunità.
Non sappiamo cosa quanto abbia prodotto il ritardo, sappiamo per certo che si è sfiorata la tragedia per ben tre volte. Noi, come sezione di Italia Dei Valori siamo venuti a conoscenza dei fatti e con dovizia di particolari. Chiediamo quindi al Direttore Generale dell’ASP Rosanna Squillacioti, di far cessare immediatamente questa incomprensibile e inaccettabile “ammuina”, esageratamente lontana dal garantire il diritto alla salute dei cittadini della Piana di Gioia Tauro. I tempi di attesa registrati per avere un’ambulanza hanno messo a rischio la vita delle persone ammalate e nessuna emergenza può attendere 11 ore per trovare la risposta dovuta. Questi drammatici eventi dovrebbero trovare la giusta presa di posizione di tutte le amministrazioni locali della Piana, in quanto i primi cittadini, nella loro rappresentanza rivestono il ruolo di responsabili della sanità locale, con l’aggravante che alcuni di essi sono anche dei medici dipendenti dell’ASP. Si parte da queste responsabilità per responsabilizzare a sua volta chi detiene il potere di gestione e di governo della Pubblica Sanità, perché DI SANITA’ SI VIVE E NON SI MUORE.
IL PRESIDENTE
Giuseppe Gentile
Questo post é stato letto 25680 volte!