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Economia della responsabilità, individuale e collettiva, che parte dal mare, ma che non si esaurisce nel mare e con il mare. Un modello di sviluppo che riguarda non soltanto la pesca, ma che si estende a tutte le filiere produttive, dall’agroindustria, al manifatturiero, al turismo. Un concetto di sviluppo che si articola attraverso quattro specifiche direttrici di sostenibilità: economica, sociale, ambientale e culturale. E’ la Blue economy. Il Mediterraneo, e quindi la Calabria, possono essere la locomotiva di questo percorso virtuoso che fa della tutela del patrimonio identitario, del mare in primis, la principale molla economica ed occupazionale.
Ne è convinto il Sindaco di Amendolara, Salvatore CIMINELLI, che pone al centro di questa strategia di rilancio dell’intero territorio la difesa e la promozione della famosa secca, nello specchio d’acqua antistante la comunità dell’alto ionio, ricandidatasi per la conquista della Bandiera Blu 2012.
Serve – dichiara CIMINELLI – un piano per la gestione della secca di Amendolara. in tal senso – aggiunge – continueremo sollecitare Regione e Provincia. Il nostro obiettivo è la Zona Speciale di Conservazione (ZSC). Quest’area va protetta, sottraendola anzi tutto al soffocamento delle reti.
È noto, del resto, l’impegno forte assunto, nei mesi scorsi, dall’Esecutivo CIMINELLI sulla questione della pesca a strascico, con querele ed interessamento di tutte le autorità competenti.
Vogliamo evitare danni – spiega il Primo Cittadino – agli stessi pescatori. In questa direzione abbiamo raccolto e spedito oltre 5 mila firme. Il progetto ambizioso – continua – è quello di riuscita ad installare dei massi in mare per favorire il ripopolamento. Pensiamo, in particolare, a dei massi modificati con dei rostri a punte per ostacolare ed impigliare le reti usate per la pesca a strascico. L’effetto sarebbe duplice: da una parte, il ripopolamento; dall’altra, un freno all’erosione costiera, contrastando le correnti di fondo. Come amministrazione – precisa CIMINELLI – non siamo per i limiti. Riteniamo, tuttavia, che i problemi vadano governati e non ignorati. Non possiamo tollerare l’uso indiscriminato delle risorse, anzi della principale risorsa, il mare, oggi in grave crisi proprio per l’attività dell’uomo, spesso incontrollata. Va trovato, ed è questo il nostro approccio, il giusto compromesso tra i livelli occupazionali e la tutela lungimirante del mare.
Con la pesca di qualità non soltanto si possono tutelare i livelli occupazionali attuali ma questi possono essere addirittura aumentati, senza rovinare il mare. Serve soltanto una gestione più oculata. E’ meglio avere – scandisce – livelli occupazionali stabili, legati al mare nel suo complesso che, per ipotesi, avere 1000 posti di lavoro ma senza pesce da vendere! In questo senso e con questa visione a medio e lungo termine investiremo molto sulla cosiddetta Blue Economy.
Che significa, molto semplicemente, ispirare – dice – le scelte migliori per il pianeta e le persone che lo abitano. Per le istituzioni locali, e qui nel Mediterraneo, ciò diventa obbligatorio. Altrimenti non andremo da nessuna parte. Blue Economy significa compiere un cambiamento, che parte dalla considerazione che 3/4 del pianeta è costituito da risorse acquatiche. Significa generare più posti di lavoro e più opportunità economiche, provenienti dal mare e dalle risorse costiere. Faccio – va avanti il Sindaco di Amendolara – solo un esempio: negli Stati Uniti più di 50 milioni di posti di lavoro ed oltre il 60% del PIL derivano già dalla Blue Economy. Immaginiamo cosa si potrebbe fare nel Mediterraneo.
Il Mare Nostrum rappresenta lo 0,3% del volume e lo 0,8% della totale superficie degli oceani. La sua posizione tra tre continenti, il suo bacino semi-chiuso e la gamma di stagioni, hanno reso questa regione un melting pot della biodiversità, ospitando oltre il 7% della flora e della fauna oceanica finora note. E’ a queste premesse, insieme a tutti gli altri investimenti cittadini in atto in tema di Green Economy, che abbiamo ancorato le linee di indirizzo per il buon governo dei prossimi anni, sperando – conclude CIMINELLI – di poter costruire sempre maggiori sinergie in questa sfida che era e resta comune. Soprattutto in Calabria.
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