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Consentire le trivellazioni nello ionio equivarrebbe a precludersi ogni forma di sviluppo sostenibile e di valorizzazione della risorsa marina. Puglia, Basilicata e Calabria devono combattere e vincere insieme questa battaglia di civiltà contro l’impoverimento del mare e del territorio. Contro l’idea di un Sud pattumiera, utile ai governi nazionali per fare cassa in periodi di crisi, serve potenziare la sensibilizzazione e la mobilitazione delle popolazioni, come ai tempi delle importanti proteste popolari anti scorie nucleari di Scanzano Jonico.
È, questo, il messaggio ribadito dal Sindaco Salvatore CIMINELLI, condiviso dall’unanimità dei presenti ed intervenuti al consiglio comunale aperto, convocato dal presidente Marco MITIDIERI contro la richiesta di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi in mare avanzata dalla SCHELL. – Numerosi gli intervenuti, tra i quali il consigliere comunale delegato per l’energia SALVATORE, il presidente del Cotaj FALSETTA, il Sindaco di Montegiordano LA MANNA, il vicesindaco di Trebisacce PETTA, il rappresentante del comitato NO-SCORIE (Policoro) SANT’ARCANGELO, il presidente dell’associazione nazionale di azione sociale LASCHERA, i consiglieri provinciali MELFI e RANÙ, la presidente dell’associazione LA MAIEUTICA LA CANNA, il rappresentante della consulta ambiente SISCI e l’assessore ai servizi sociali di Amendolara APRILE.
È STATO UN NO UNANIME ALLE TRIVELLAZIONI. SENZA SE E SENZA MA. – LUNEDÌ 17 – ha annunciato CIMINELLI – parteciperemo alla manifestazione promossa a Policoro per opporci a queste forme barbare di sfruttamento dello ionio. Oggi – ha detto – è soltanto la prima scintilla. Dobbiamo continuare ad alimentare il fuoco. Non abbiamo bisogno – ha proseguito – dell’elemosina delle multinazionali che – ha precisato – tra l’altro neppure ci sarebbe!
Lo ionio da Taranto a Crotone è mare piccolo e chiuso, come il resto del mediterraneo. Ecco perché – è stato spiegato nel corso del dibattito – le trivellazioni che pompano liquidi creano movimento delle faglie e rottura dei terreni, con abbassamento dei livelli e rischio di terremoti. Senza contare, poi, l’assenza di qualsiasi ritorno economico e occupazionale per i comuni antistanti lo specchio d’acqua. Delle royalties sarebbero previste, infatti, soltanto per le regioni, ma a quanto pare solo in misura ridotta. Per i comuni, invece, una franchigia scatterebbe soltanto ai 50 milioni di metri cubi, soglia non raggiungibile – così è emerso nel confronto – perché più compagnie interessate a trivellare frazionerebbero in definitiva la cifra limite indicata.
Ci ritroveremmo – ha scandito CIMINELLI – soltanto con più pozzi e con più piattaforme. Siamo di fronte ad un progetto incompatibile con la visione di sviluppo sostenibile sulla quale tutto l’alto ionio sta investendo da anni. Attenzione – ha infine esortato il Sindaco – a non cadere nella trappola degli studi da commissionare in merito alla questione. Il nostro no è e deve essere a priori. E siccome come comuni – ha aggiunto – non abbiamo competenze, dobbiamo soltanto fare rete e suscitare la determinazione contraria e diffusa delle popolazioni. Se non ci opponiamo in questa fase – ha chiosato CIMINELLI – il passo alla trivellazione sarà brevissimo.
Da mesi – è emerso infine – delle piattaforme pare stiano sondando il mare antistante, soprattutto per capire la qualità, da quanto riferito molto bassa, del petrolio individuato; risorsa notoriamente in esaurimento – è stato aggiunto – quindi limitata nel tempo e sostituibile da diverse politiche energetiche, sostenibili e più compatibili con le vocazioni territoriali e durevoli nel tempo.
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