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Nei giorni scorsi, il territorio di Castiglione Cosentino ha accolto i lavori preparatori del Progetto UNIDROGA, promosso dalla Confraternita Cattolica Cristiana dei Templari Federiciani in collaborazione con l’Associazione Nazionale della Polizia di Stato (A.N.P.S.) sez. Cosenza.
E’ quanto si legge in una nota diramata dall’Ufficio Stampa della Rettoria dei Templari Federiciani di Cosenza.
Scopo del Progetto è quello di comunicare la droga nella sua unità annientatrice, che richiede, di contro, un’unità di intenti e di azione per avvisare che essa non conosce alternative, debolezza, leggerezza, né clemenza; per trasmettere che essa conosce due soli verbi: “uccidere” e “arricchire”; per tramandare, insomma, che la droga ha due sole evoluzioni: la “morte” e la “sporca ricchezza”.
All’incontro erano presenti il Rettore della provincia di Cosenza dei Templari Federiciani Filomena Falsetta, e, per l’A.N.P.S. di Cosenza, il Presidente Francesco Greco, il Vicepresidente Natale De Urso, il Segretario Giuseppe Papasidero e i Consiglieri Salvatore Porco, Angelo Cosentino, Damiano Vigna e Giovanni Santelli.
Un’iniziativa fortemente impregnata della volontà di proteggere il potenziale mentale e produttivo dei giovani attraverso un solido sistema di alleanze con gli Operatori della Sicurezza e con le principali agenzie educative, famiglia e scuola.
Nel corso della riunione è stato illustrato il piano formativo del Progetto, suddiviso in tre principali aree tematiche: area medico-scientifica, area sicurezza e legalità e area socio-comunicativa, nelle quali rientrano i seguenti obiettivi: “aprire le menti dei giovani alla unicità distruttrice della droga, che uccide e, al tempo stesso, arricchisce le mafie; diffondere tra i ragazzi il reale significato della modernità, divulgando la figura del “giovane moderno”, inteso come colui che è in grado di aprirsi precocemente alla piena comprensione dell’unicità devastatrice della droga; comunicare alle nuove generazioni che la “moda sociale” è quel processo di cambiamento che si avvale di modelli giovanili capaci di progredire speditamente in ogni ramo di cognizioni che riguardano il loro benessere fisico e intellettivo, e che siano pronti a cooperare con gli organismi deputati alla loro salvaguardia; spezzare il rapporto droga-criminalità attraverso azioni rivolte ad impedire alla criminalità organizzata di ricercare alleanze, forme di cooperazione e di mutua assistenza, che le consentono di rispondere a quelle particolari esigenze del traffico illecito e del conseguente riciclaggio dei narcoproventi;indirizzare speditamente ed energicamente il ruolo genitoriale e il ruolo educativo della scuola, supportando genitori e insegnanti con ogni mezzo rivolto a far comprendere ai figli studenti che la droga, concepita nella sua organicità, è sinonimo di “morte” e di “sporca ricchezza”; abbattere quel linguaggio mediatico che utilizza le espressioni “droghe pesanti” e “droghe leggere”, e incoraggiare nuove forme di comunicazione che siano completamente estranee a tale diversificazione e al fatto che la parola droga abbia un plurale; concepire la distinzione tra le droghe anche e soprattutto come un problema di sanità pubblica, in ragione del fatto che la concezione diffusa della classificazione delle droghe mina le basi della società civile nel suo sistema sanitario, della sua stabilità e del suo sviluppo futuro”.
Durante l’incontro, un sentito plauso è stato espresso nei riguardi del Questore di Cosenza Luigi Liguori, per la particolare percettibilità da sempre dimostrata verso il fenomeno droga, mediante azioni (come le brillanti operazioni brillantemente condotte sul traffico di droga) che si sono rivelate pienamente capaci di imprimere chiarezza alla comunicazione sociale praticata sul nostro territorio, incitandola ad esplicitare in maniera costante e realistica che la “droga è un disvalore”, e che solo un agire valoriale potrà estinguere, e di cui la Questura di Cosenza è una delle più eccelse espressioni.
Il plauso è stato poi esteso alla disponibilità del nostro Questore di Cosenza di contribuire al Progetto UNIDROGA mediante l’invio di Operatori della Questura in quegli spazi di confronto tra genitori, insegnanti e figli-studenti, che saranno di volta in volta previsti all’interno degli Istituti Scolastici del territorio e in ogni altro luogo in cui i ragazzi possano sentirsi a proprio agio, al fine di favorire la creazione di validi contesti collettivi di apprendimento.
Nei prossimi giorni – conclude la nota –, sarà reso noto l’elenco degli Istituti Scolastici aderenti al Progetto UNIDROGA.
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