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Scalea e l’alto tirreno cosentino diventa l’emblema di una Calabria che sta per essere sommersa dai rifiuti è giustamente il Sindaco Basile impotente rispetto a tali eventi dichiara “ E’ necessario che il commissario prenda dei provvedimenti urgenti e che si superi questo tipo di gestione commissariale che purtroppo da quattordici anni non ha portato a risultati concreti. Noi sindaci non abbiamo il potere di fare discariche, impianti ed altro”.
Il problema della raccolta dei rifiuti e del suo smaltimento è un problema comune a tutta la Regione e francamente non si riesce a capire la protesta degli abitanti di Cassano allo Jonio con in testa il suo Sindaco, per avere dovuto aprire le porte della sua discarica agli altri comuni per qualche giorno , innalzando successivamente le barricate su un problema comune in tutta la provincia .
Nella seduta del 23 giugno 2011, l’Assemblea della camera ha concluso l’esame della relazione territoriale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella regione Calabria approvata all’unanimità dalla Commissione bicamerale di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella seduta del 19 maggio 2011. E’ stata approvata la risoluzione 6-00084 accettata dal Governo.
L’esito delle iniziative commissariali è stato del tutto insoddisfacente, posto che le società miste pubblico – private, costituite dal commissario per realizzare la raccolta differenziata, versano tutte in stato di insolvenza e che la raccolta differenziata non è decollata, essendo, pressoché, inesistente sul 90 per cento del territorio regionale, a tal punto da raggiungere, nella media, la modesta percentuale del 4,2 per cento per gli anni 2005, 2006, 2007 e 2008;
il fallimento della raccolta differenziata ha contribuito in maniera rilevante alla crisi dell’intero sistema: in Calabria non sono state realizzate nel corso di tutto il commissariamento nuove discariche pubbliche, sicché tutto il sistema delle discariche è rimasto affidato ai privati.
In un contesto di acclarata inefficienza e di disservizio pubblico devono, inoltre, essere sottolineati, in negativo, i costi della struttura commissariale, indicati nella relazione della Corte dei conti-sezione regionale di controllo per la Calabria, che – con riferimento al periodo compreso tra il mese di gennaio 2006 e il mese di agosto 2009 – sono stati complessivamente pari a 13.838.659,64 euro;
tra le voci di bilancio relative alle suddette annualità meritano di essere sottolineate le seguenti: 1) i «compensi al personale amministrativo» che, nell’anno 2007, hanno raggiunto la rilevante somma di 3,44 milioni di euro, a fronte di una media negli altri anni di circa euro 1,5 milioni; 2) i «compensi per collaborazioni» – non meglio specificate – che, nell’anno 2007, hanno raggiunto il picco di 979 mila euro e, nell’anno 2008, sono stati di ben 717 mila euro;
in via generale, si tratta di costi molto elevati, che non trovano alcun riscontro nel servizio reso; in particolare, la voce «compensi per collaborazioni» appare del tutto ingiustificata.
Addirittura nel 2007 il commissario delegato del tempo, prefetto Antonio Ruggiero, aveva denunziato una pesante situazione debitoria, la mancanza di un reale bilancio, l’erogazione di centinaia di migliaia di euro ad avvocati amici, la presenza alle dipendenze dell’ufficio del commissario di 64 dipendenti più 41 persone “fantasma” assunte con contratti stipulati dal Ministero dell’Ambiente.
Alla fine nella risoluzione approvata e fatta propria dal Governo si indicano delle soluzioni:
“in particolare, tenuto conto della particolare situazione in cui versa la regione Calabria, appare opportuno e necessario procedere con urgenza alla realizzazione, degli impianti necessari in grado di trattare i rifiuti e ad avviare la raccolta differenziata verso gli obiettivi indicati dall’attuale direttiva 98/2008 : la fa propria e impegna il Governo, per quanto di competenza, a intraprendere ogni iniziativa utile al fine di risolvere le questioni evidenziate nella relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, in raccordo e leale collaborazione con i competenti organismi nazionali, della Regione Calabria e degli enti locali interessati anche al fine di creare le condizioni per una gestione ordinaria del ciclo integrato dei rifiuti.
Dato che la risoluzione impegna finalmente anche gli enti locali interessati, in provincia di Cosenza, bisogna rilanciare l’attività del Consorzio Valle Crati, con un agestione oculata e trasparente, rinnovando la classe dirigente.
Della questione rifiuti calabresi è stato chiesto al Segretario Nazionale on. Francesco Pionati di intervenire direttamente sul governo, affinchè si trovino soluzioni alternative a quelle attuali, per affrontare l’emergenza rifiuti in Calabria.
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