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Ancora una volta apprendiamo che la So.Ri.Cal. S.p.A., società mista che gestisce le reti idriche dall’adduzione fino ai serbatoi comunali, minaccia la riduzione delle forniture di acqua ad un comune calabrese!
Oggi tocca a Cosenza subire le vessazioni della società italo-francese, che sempre più esplicitamente perpetua gli interessi, meramente legati al profitto, della Veolia, parte privata della società e grande multinazionale, leader mondiale nel commercio dell’acqua e che si occupa anche di impianti di gestione dei rifiuti, tra cui l’inceneritore di Gioia Tauro e la discarica di Crotone.
Anche il sindaco Occhiuto sostiene quindi che i suoi concittadini vengono minacciati della negazione di un diritto fondamentale, sancito dall’Onu nel 2010, nonostante le tariffe della So.Ri.Cal. siano illegittime (fino al 21% in più alla data del 31-12-2008!), così come denunciato da anni dal Coordinamento Calabrese per l’Acqua Pubblica “B. Arcuri” e ribadito chiaramente nella recente sentenza della Corte dei Conti.
Correttamente, l’amministrazione del comune rileva, presentando la diffida contro la So.Ri.Cal., le illegittimità e le problematiche del sistema idrico cosentino. Informazioni che, è bene ricordare, il Coordinamento ha fornito a questa ed alla precedente Giunta comunale, mentre si è dovuta attendere la sentenza della Corte dei Conti ed un aggravio di costi per ottenere una prima risposta istituzionale.
Per di più, nel mese di marzo il Coordinamento ha presentato una diffida alla Regione Calabria con la quale ha chiesto di assumere atteggiamenti chiari per interrompere le incostituzionalità presenti nel servizio idrico e recepire integralmente l’esito dei referendum del 12 e 13 giugno.
Per questo l’avvertimento giunto dalla So.Ri.Cal. è inaccettabile, perché si minaccia di privare una comunità di un bene comune.
Alla luce di tutto ciò, è ora che il Comune di Cosenza intraprendi un percorso di ripubblicizzazione, interrompendo i rapporti con So.Ri.Cal. ed avviando una gestione pubblica e partecipata del servizio idrico, come peraltro stabilito dalla volontà popolare nei referendum del 12 e 13 giugno del 2011.
Il Coordinamento Calabrese per l’Acqua Pubblica “Bruno Arcuri” farà la sua parte, al fianco dei cittadini, attraverso una campagna di reclami volta ad autoridurre le tariffe della quota illegittima. Farà, inoltre, la sua parte a sostegno delle amministrazioni comunali che scelgano di intraprendere percorsi di ripubblicizzazione della gestione del bene comune acqua.
Perché si scrive Acqua ma si legge Democrazia!
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