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Il Tribunale monocratico di Rossano, nella persona del giudice Dott. Guglielmo Labonia, ha assolto la quarantenne rossanese G.B. , difesa dall’avvocato Ettore Zagarese e dall’avvocato Giuseppe Vena, dall’imputazione di abuso edilizio, perché il fatto non sussiste.
La donna era stata deferita presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Rossano perché, in assenza del permesso di costruire, eseguiva o comunque faceva eseguire, in Rossano, la realizzazione di un fabbricato mediante l’uso di malta cementizia con blocchi di cemento e 9 pilastri di cemento armato; nonché, costruiva il manufatto in assenza del progetto esecutivo, di denuncia al Genio Civile di Cosenza e senza la direzione dei lavori da parte di un tecnico qualificato iscritto all’albo in zona sismica, senza la preventiva denuncia di inizio lavori e presentazione dei relativi progetti esecutivi e senza il prescritto nulla osta del genio civile.
All’udienza dibattimentale la donna era assistita e difesa dall’avvocato Ettore Zagarese e dall’avvocato Giuseppe Vena, entrambi del Foro di Rossano, che provvedevano ad interrogare i vigili urbani, che avevano accertato l’illecito, intervenuti sui luoghi di causa e dall’esame emergeva una prova dubbiosa circa la proprietà del terreno ove venne realizzata l’opera nonché la committenza e l’esecuzione dei lavori stessi.
Al termine dell’esame dei testi, il Giudice dichiarava chiuso il dibattimento ed invitava le parti a concludere.
Il Pubblico Ministero , dott.ssa Mirella Gabrieli, chiedeva di affermare la penale responsabilità della donna e di condannarla a mesi 2 di reclusione ed € 12.000,00 di multa mentre l’avvcato Ettore Zagarese e l’avvocato Giuseppe Vena avanzavano richiesta di assoluzione con la formula perché il fatto non sussiste atteso l’insufficienza e contraddittorietà della prova raggiunta circa la
colpevolezza della donna.
Il Giudice si ritirava in camera di consiglio e leggendo il dispositivo in pubblica udienza, accoglieva la tesi difensiva sostenuta dall’avvocato Ettore Zagarese e dall’avvocato Giuseppe Vena ed assolveva la donna perché il fatto non sussiste.
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