A Saracena (CS) crollo UdC, Gagliardi: “Trematerra si dimetta”

MA-GAGLIARDI

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Non posso che esprimere tutta la mia gratitudine e soddisfazione, personale e come Sindaco di uno fra i comuni virtuosi di questa regione, per lo straordinario, atteso e condiviso risultato elettorale, politico e sociale conquistato nella gente dal Movimento Cinque Stelle di Beppe GRILLO.

Faccio parte, infatti, di quelli che, non soltanto non hanno mai condannato o biasimato il salutare tsunami dei grillini, ma che invece, sin da tempi non sospetti, si sono seriamente confrontati ed hanno dialogato proprio con i rappresentanti territoriali di M5S, ad esempio, sulla gestione ottimale ed innovativa dei servizi pubblici erogati nel mio comune: dal ciclo dei rifiuti a quello dell’acqua.

Diciamocelo senza retorica: è ormai finita un’epoca. I risultati nazionali e soprattutto quelli regionali lo certificano senza alcuna ombra di dubbio. Gli italiani ed i calabresi hanno iniziato, con la forza dei numeri, a dire stop alla caste ereditarie. E’ accaduto un po’ ovunque ma – ed è questa la soddisfazione maggiore che condivido pubblicamente – è accaduto soprattutto in Calabria dove finalmente è iniziato il declino, ormai inarrestabile, dell’epoca dei valvassini. È l’inizio della fine per tanti, ma soprattutto per quel partito dell’Udc calabrese nel quale ho militato e dove, fino a ieri, ogni dissenso rispetto al sistema familistico imposto, veniva sbrigativamente e violentemente messo in condizioni di non nuocere.

La scomparsa quasi totale del partito di Casini in questa regione rappresenta, infatti, più di altri risultati, una tangibile forma di igiene democratica della quale, anche nella stessa coalizione di centro destra, si sentiva ormai l’esigenza. In questa cornice, con numeri e bocciature sonore difficilmente contestabili, le dimissioni del segretario regionale Gino TREMATERRA dovrebbero rappresentare un passo obbligato e di doverosa ed esemplare pulizia. Sicuramente faccio parte di quanti, in questo momento, chiede queste dimissioni da un ruolo che egli ha gestito in modo letteralmente castale.

L’augurio più generale e condiviso da tutti è che si apra una nuova fase di discussione e di confronto anche e soprattutto nel mondo cattolico. Va ridata, su nuove basi, rilevanza sociale e politica all’impegno dei cattolici in politica perché si possa incidere positivamente, come già accaduto in altri momenti difficili del nostro Paese. Ecco perché rinnovo il mio appello ai sindaci affinché sappiano farsi portavoce di una nuova fase politica.

I primi cittadini, salvo rare eccezioni, restano l’unico presidio politico democraticamente eletto, direttamente e costantemente a contatto con la gente. I sindaci non erano e restano fuori da una casta contro la quale l’Italia intera, da nord a sud, ieri ha detto definitivamente basta! Adesso vanno costruite e consolidate le basi per i prossimi appuntamenti, liberi da ogni schieramento o da partiti divenuti solo delle camice di forza per autoalimentare logiche feudali. Il manicomio è ormai è finito.

Le mummie sono state cacciate. Gli italiani si sono liberati da zavorre, fantasmi ma anche – ed è questa un’altra soddisfazione che condividiamo in tanti – da quella setta giustizialista del partito dei PM guidata da Ingroia, anch’esso fuori gioco, esiliato insieme ai suoi simili da un circuito democratico che vuole ritornare ad essere normale.

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Author: Cristina

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