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Trecentocinquanta studenti hanno riempito il Cinema Modernissimo di Cosenza per la giornata di orientamento organizzata da Confindustria Cosenza: ORIENTAGIOVANI.
“Mestieri e professioni in tempo di crisi” è il tema sviluppato da rappresentanti del modo produttivo e dell’università, nel corso dell’iniziativa giunta alla diciannovesima edizione. Sono intervenuti il Presidente ed il Direttore di Confindustria Cosenza, Renato Pastore e Rosario Branda, i docenti dell’università della Calabria, Domenico Cersosimo, Angela Costabile e Riccardo Barberi, la componente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Cosenza, Antonietta Bracone.
Si è avuto modo di sottolineare la necessità e la volontà di rimettere in moto l’economia e favorire l’occupazione giovanile, riscoprendo quei mestieri e quelle professioni legate in principal modo all’alto artigianato o alle produzioni di nicchia che nella nostra epoca rischiano di scomparire.
Del “piacere di fare impresa, dell’attenzione alla conoscenza intesa come proprio bagaglio culturale e non alle conoscenze come relazioni” ha parlato il massimo rappresentante degli Industriali della provincia Pastore che si è soffermato sulla “necessità di fare in proprio, di mettere a frutto la creatività che i giovani di età compresa tra i 18 ed i 28 anni hanno in misura maggiore e che deriva dall’avere maggiori neuroni nel cervello, di pensare ai vecchi mestieri che non vanno dispersi ma che possono essere interpretati con i codici e le tecnologie a disposizione oggi”.
Sulle conseguenze della crisi globale si è soffermato l’economista Domenico Cersosimo, Ordinario di Economia Applicata all’Università della Calabria. «La crisi la pagano soprattutto i giovani, i precari che sono entrati per ultimi nel mercato del lavoro e chi non riuscirà a trovare occupazione nei prossimi mesi. Ancora più preoccupante, però, è il fenomeno della generazione Neet, costituita da ragazzi che non studiano, non lavorano, non sono alla ricerca di un lavoro ed hanno rinunciato al futuro. Per costoro e per tutti gli altri vale un messaggio: studiare conviene, alla fine del gioco ci si guadagna sempre».
Che occorra operare una scelta consapevole da parte dei ragazzi ha parlato la Delegata del Rettore dell’Università della Calabria all’orientamento Angela Costabile. «Autodeterminazione, autostima, attitudini, capacità, ma anche fattori esterni quali i condizionamenti dei familiari, il contesto socioeconomico nel quale si vive sono gli elementi in gioco quando si opera una scelta importante: continuare gli studi o cercare un lavoro. E’ importante focalizzarsi sulle proprie abilità ma anche cercare di capire quali sono le alternative a disposizione».
Il Delegato del Rettore dell’Unical al Trasferimento Tecnologico Riccardo Barberi ha spronato i ragazzi ad interessarsi alla cultura scientifica «quale componente importante della conoscenza in senso ampio, che dà piacere e ha la sua utilità se viene rimescolata, se viene ampliata grazie a nuove scoperte, se viene superata da nuova conoscenza». Rivolgendosi ai tantissimi ragazzi presenti in sala, il Professore Barberi li ha definiti “la prima generazione di indigeni digitali”, capace di manipolare la conoscenza anche solo attraverso l’uso del cellulare, con bassissimi costi. Soffermandosi sulle scoperte degli scienziati che hanno ricevuto il Premio Nobel negli ultimi 15 anni, Barberi ha dimostrato come queste scoperte siano alla base delle tecnologie che quotidianamente vengono utilizzate: dalle macchine fotografiche digitali alla macchina per la risonanza magnetica. «Con l’incubatore d’imprese dell’Università della Calabria, la gara per idee innovative Start Cap e tante altre valide iniziative si può imparare a lavorare ed a mettersi in gioco, a metter in pratica un’idea».
Di valori guida che devono possedere gli studenti nella ricerca dell’occupazione hanno parlato Antonietta Bracone del Gruppo Giovani Imprenditori ed il Direttore di Confindustria Cosenza Rosario Branda. «Occorrono motivazione, determinazione, volontà, intraprendenza. Le imprese sono alla ricerca di persone che abbiano una professionalità, la volontà di continuare ad esser formate perché la formazione è essa stessa professionalizzante e da valore aggiunto alla persona ed all’azienda».
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