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Si è svolto ieri a Lamezia Terme il Forum annuale dell’Economia Calabria promosso da Unioncamere Calabria.
Lucio DATTOLA, Presidente di Unioncamere Calabria ed i Presidenti degli enti camerali calabresi, Paolo ABRAMO (Catanzaro) e Vincenzo PEPPARELLI (Crotone) alla presenza di Pino GALATI, Presidente Fondazione Calabresi nel mondo e degli Assessori regionali Antonio Stefano CARIDI, Assessore Attività Produttive e Michele TREMATERRA, Assessore Agricoltura e Forestazione hanno presentato il rapporto sull’economia del territorio calabrese. Ha coordinato i lavori Antonio PALMIERI, Segretario Generale di Unioncamere Calabria.
Dall’analisi dei dati sono emerse le criticità, ma anche le potenzialità, punti di partenza privilegiati per delineare nuove strategie di sviluppo. La recessione colpisce soprattutto le regioni del Sud. E il tessuto produttivo calabrese sta affrontando una delle fasi più dure della sua storia. Le imprese diminuiscono: nel primo trimestre del 2012 si registra un saldo negativo tra iscrizioni e cessazioni (+133 unità). Crescono però le imprese femminili e sono sempre di più i giovani che scommettono su se stessi. Importante è l’imprenditoria straniera che contribuisce alla formazione del prodotto calabrese per il 6,2%.
Aumentano le società di capitale e resistono le cooperative che nei primi mesi del 2012 registrano un tasso di crescita dell’0,79% (Italia +0,67). In crisi i settori portanti dell’economia calabrese: artigianato e agricoltura.
In Calabria, il prodotto lordo segna un decremento dell’1,8. Scarse sono le esportazioni che rappresentano solo 1% del pil. Le famiglie calabresi dispongono di un reddito pro capite inferiore alla media nazionale del 25,4% e, a causa del minor potere di acquisto, i loro consumi diminuiscono (-2,1%). Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 12,7%, percentuale che, per quanto riguarda i giovani raggiunge il 28,8%. Dieci laureati su cento sono disoccupati (il doppio della media italiana) e l’occupazione irregolare riguarda un terzo delle unità lavorative. Cresce però la richiesta di professioni “green”.
Secondo Lucio DATTOLA, Presidente di Unioncamere Calabria, per crescere nel mercato globalizzato è necessario rinnovare la strategia economica, partire da un nuovo modo di pensare che guardi a orizzonti più ampi. Semplificazione, investimenti, innovazione e internazionalizzazione, reti, green economy e cultura, giovani e imprenditorialità, finanziarizzazione delle imprese e credito: sono queste le proposte per la crescita sulle quali, secondo il sistema camerale regionale, bisogna agire concretamente secondo una strategia di sviluppo condivisa.
«Occorrono interventi cantierabili nell’immediato, capaci di rilanciare i consumi e attrarre nuovi investimenti. Bisogna puntare sulla banda larga per ridurre il nostro gap digitale e allinearci al resto del Paese. Proprio a tale riguardo e per questo fine il sistema camerale calabrese sta conducendo sul territorio ricerche e studi di fattibilità. L’offerta formativa deve adattarsi ai mutamenti del mercato: imprese, università e ricerca devono dialogare sempre più e sempre meglio. Solo così potremo generare realmente innovazione e superare la crisi, ha sottolineato il Presidente DATTOLA. Bisogna, inoltre, sostenere le imprese per competere sui mercati internazionali e creare le condizioni interne ed esterne funzionali al rafforzamento della posizione internazionale della Calabria nel Mediterraneo. è necessario certamente valorizzare l’industria culturale e l’offerta turistica, aiutare il settore agroalimentare e artigiano a superare il limite dimensionale e valorizzare l’identità culturale e distintiva dei prodotti a garanzia di origine e qualità. Il tutto deve necessariamente prevedere politiche di sostegno per le imprese che soffrono di carenze strutturali, manageriali e di facilitazione all’accesso al credito».
«Questa regione deve investire nella creazione di un brand comune: il brand Calabria – ha dichiarato Michele TREMATERRA – per dare una spinta propulsiva al comparto agricolo regionale che denota una importante componente non solo economica ma anche socioculturale. Pertanto, due sono i fattori su cui puntare: riconoscere nell’agricoltura un settore trainante per lo sviluppo economico regionale e destinare i fondi comunitari a progetti mirati».
«Stiamo vivendo una stagione di politica regionale che condivide l’idea di una strategia sinergica – ha commentato Antonio CARIDI – di fatto, in due anni di lavoro abbiamo formulato il piano triennale delle attività produttive che tiene conto del nostro tessuto economico costituito da micro, piccole e medie imprese. Le politiche regionali mirano a rafforzare le imprese esistenti ed a promuovere quelle giovanili attraverso bandi ad hoc tesi a favorire l’innovazione tecnologica , le reti ed i cluster di imprese, l’accesso al credito e la formazione delle risorse umane».
«Il sistema camerale, in Calabria, ha una capacità propositiva – ha concluso Pino GALATI – le politiche di lunga gittata sono indispensabili per ridare nuovo slancio all’economia regionale. Perché la crisi è indubbiamente un fattore depressivo ma anche una grande opportunità. Occorre guardare oltre i confini della Calabria. Se nella sola regione la popolazione è di 2 milioni di abitanti, nel mondo i calabresi sono più di 6 milioni. Sono eccellenze e spesso occupano posizioni decisionali di rilievo nei sistemi socio economici mondiali. Sono antenne che possono portare profitto alla nostra economia perché potenziali clienti e fornitori ».
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