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Più si va avanti in questa campagna elettorale, più si evidenziano le contraddizioni di Salvatore Scalzo e della sua coalizione. Il giovane candidato a sindaco del centro sinistra, dopo aver sbandierato ai quattro venti che vuol puntare sulle professionalità dei giovani catanzaresi, oggi, invece, deve fare necessariamente dietro-front. Non più le migliori giovani menti catanzaresi al suo fianco ma “intelligenze” provenienti direttamente da Roma.
Questo è quanto hanno stabilito gli esponenti nazionali del Partito Democratico che hanno deciso di far curare l’immagine di Salvatore Scalzo a dirigenti ed esperti della comunicazione che non hanno nulla a che vedere con Catanzaro e i catanzaresi. Pertanto, si prospetta anche un cambio di slogan, visto che la campagna finora svolta da Salvatore Scalzo era incentrata sulla réclame “Catanzaro prima di tutto”. Evidentemente, non è così, prima di Catanzaro c’è Roma e ci sono le decisioni prese dal Partito Democratico che, qualora ce ne fosse stato bisogno, dimostrano come Salvatore Scalzo non è un ragazzo libero ma deve sottostare alle decisioni prese altrove.
Lo avevamo già detto: dietro la figura pulita e giovane del candidato sindaco del centro sinistra ci sono sempre i soliti marpioni della politica, ad iniziare da quelli locali. Ma questa volta, la regia occulta di Rosario Olivo e dei suoi compagni di partito, ha fatto un buco nell’acqua. Ad accorgersene sono stati anche i responsabili nazionali del PD che, nella speranza di riparare al danno in corso, hanno voluto “sconfessare” il loro stesso candidato e il suo entourage.
Anzi, proprio i collaboratori più stretti di Salvatore Scalzo sono usciti sminuiti da questa decisione presa a Roma. Un vero e proprio svilimento delle professionalità dei giovani catanzaresi che non meritavano tale trattamento. Salvatore Scalzo e il Partito Democratico hanno deluso e tradito le aspettative della gioventù locale.
Tutto ciò conferma che Salvatore Scalzo è un “personaggio costruito” dal centro sinistra che, dopo aver portato la città sull’orlo del baratro grazie alla scellerata amministrazione Olivo, oggi tenta di ricostruirsi un’immagine nuova, giovane e che non ha nulla a che vedere con la vecchia e fallimentare gestione della città Capoluogo. Peccato che alla fine Salvatore Scalzo deve scontrarsi con la realtà e che i copioni, anche se ben studiati, alla fine servono a poco e non possono evitare di andare incontro a brutte figure.
Ma questo non mi meraviglia affatto, in quanto il PD in Calabria è un partito da anni commissariato, incapace di esprimere qualsiasi tipo di posizione autonoma e di esprimere una sua classe dirigente.
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