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Non sono rimaste deluse le centinaia di visitatori accorse a Soveria Mannelli, nella pre-Sila catanzarese, per prendere parte all’evento più atteso dell’estate soveritana da tre anni a questa parte.
Le promesse fatte dagli organizzatori dell’edizione 2013 sono state mantenute. Le stradine del borgo storico Mannelli, le cosiddette “vinelle”, si sono riempite di ricordi, suoni, luci e arte. I visitatori sono rimasti affascinati dalla singolare atmosfera creatasi per le viuzze, riempite di oggetti antichi, di giochi di luci azzeccati e di sperimentazioni artistiche inusitate (e a volte spiazzanti).
L’intento degli organizzatori è proprio quello di coniugare recupero delle tradizioni e della memoria storica con la street art e le installazioni contemporanee; cercare di creare legami nuovi con luoghi e spazi dimenticati e dar loro nuove forme e nuova vita.
Tra le stradine illuminate da torce il visitatore ha potuto ammirare la statua, dai richiami picassiani, di un emigrante in partenza, attraversare la Via del Lino seguendo le varie fasi della sua coltivazione e lavorazione, perdersi tra le foto d’epoca e ripercorrere le tappe dell’emigrazione calabrese (e “mannellara” nello specifico) con il documentario realizzato per l’occasione.
L’installazione che di certo si è rivelata la protagonista della serata è stata la galleria di ombrelli colorati (simili a quelli resi famosi dalla cittadina portoghese di Agueda), intitolata Piovono sogni, che i visitatori hanno attraversato e fotografato.
Vinellando 2013 è stata anche social, grazie all’hashtag ufficiale #vinellando2013, attraverso cui i social addictet hanno potuto condividere i loro scatti.
Il tutto è stato condito da buon cibo tipico, da bicchieri generosi di vino e da musica dal vivo, per offrire al visitatore un’eperienza sensoriale completa, fornendo nutrimento a corpo e mente.
“Vinellando – Le rughe sul volto del presente” da tre anni ha come intento principale di far rivivere i quartieri dimenticati del paese che un tempo ne erano il cuore pulsante. L’esperienza antropologica del partire e del restare coinvolge molti degli organizzatori, per cui iniziative siffatte cercano di mantenere saldo il cordone ombelicale che inevitabilmente lega tutti alla propria terra d’origine.
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