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“Come avevamo anticipato nell’articolo dedicato al “Calabria&Basilicata Coast to Coast” – informa Roberto Galati dell’associazione Ferrovie in Calabria – a conclusione del nostro bellissimo itinerario nelle “Terre delle Calabro-Lucane”, non poteva non essere rappresentata da una visita alla gloriosa Ferrovia Silana, per la quale ormai da anni ci battiamo, affinché venga ripristinata per fini turistici con treni storici, ed in parte anche per il servizio di TPL su rotaia.
Ma dopo tante iniziative di sensibilizzazione (pulizia stazioni e tratti di linea, convegni, escursioni etc…), questa volta abbiamo deciso di proseguire il “tour delle frane” avviato qualche settimana fa sulla Soveria Mannelli – Marzi, effettuando un sopralluogo nel punto in cui si trova la principale criticità, che ha decretato la sospensione della Ferrosilana. Non eravamo da soli: ad accompagnarci, sotto un autentico diluvio associato a nebbia fittissima, c’era anche il consigliere regionale Giuseppe Giudicendrea, che da tempo conduce una battaglia da noi condivisa e supportata, per la riattivazione della linea ferroviaria silana.
Lo scenario che ci ha accolto, purtroppo, non è stato dei migliori. Lo smottamento, di circa una 50ina di metri, non sembra aver compiuto “nuovi passi”, almeno apparentemente: il problema però che abbiamo rilevato, è stato il grave disboscamento compiuto proprio a monte dello smottamento. Inutile ribadire quali potrebbero essere le conseguenze in un’area che già è risultata instabile di suo, resa ancora più precaria da un’errata canalizzazione delle acque meteoriche. Del resto, basta osservare le foto per notare come la sede ferroviaria sia praticamente “scivolata” a valle rispetto al binario rimasto sospeso, per il quale erano stati, tra l’altro, effettuati molti ricarichi di pietrisco, appesantendo ulteriormente il terreno sul quale poggiava la ferrovia. L’evidenza dello scivolamento, è data anche dalla strana presenza sotto i binari sospesi, di un pozzo pluviale in cemento, che probabilmente si trovava poco più a monte rispetto alla sede ferroviaria!
Insomma, una situazione che purtroppo, senza provvedimenti immediati (in primis il rimboschimento), rischia di precipitare…nel vero senso della parola. E pensare che, a differenza delle ben più gravi situazioni di dissesto presenti sulla Soveria – Marzi, in questo caso basterebbero ben pochi interventi – fatti a tempo debito – per ripristinare la continuità dell’intera Ferrovia Silana, dove l’unica criticità è proprio questa di S.Janni. (oltre il danno la beffa: mentre tra Camigliatello e San Giovanni in Fiore i pini crescono indisturbati sulla sede ferroviaria, dove invece gli alberi dovrebbero rimanere…vengono tagliati!).
Sulla via del ritorno, però, non abbiamo potuto fare a meno di constatare che sulla “bassa” Ferrosilana, molte situazioni di pericolo sono generate dalle precarie condizioni delle stesse stazioni ferroviarie. Fa davvero male, per esempio, scoprire che la stazione di San Pietro in Guarano, una delle più importanti dell’intera linea, è oggi un edificio pericolante, con tanto di cartelli di avvertimento. Un pericolo purtroppo più che fondato, visto che il tetto del fabbricato viaggiatori è crollato quasi tutto. Stessa situazione nella piccola stazione di Celico, dove una vera e propria foresta sta divorando il fabbricato, anch’esso dichiarato inagibile e pericolante.
Soltanto per motivi di tempo, non abbiamo avuto la possibilità di effettuare sopralluoghi nelle altre stazioni, per verificarne lo stato. Vogliamo solo sperare quindi di essere stati “sfortunati”, e di aver visitato, visto che erano sulla nostra via del ritorno, gli unici due fabbricati che, senza interventi immediati, tra un paio di anni rischiano di appartenere soltanto alla sfera dei ricordi. Rimaniamo quindi seriamente stupiti, di come si possa permettere la perdita di un patrimonio storico, culturale e potenzialmente economico del genere, che appartiene a tutti i calabresi. Regione Calabria, se ci sei batti un colpo!”.
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