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Non arretra ma avanza la tendenza virtuosa segnata dalle politiche di emersione del lavoro non regolare in Calabria. Analisi e prospettive basate su dati certificati attestano una percentuale di crescita del mercato del lavoro e mettono in luce un fatto inconfutabile: la Calabria è uscita dal guado del lavoro nero tanto da sganciarsi dal cono d’ombra in cui permangono Sicilia e Campania al Sud.
La Commissione Regionale per l’Emersione del Lavoro non Regolare, presieduta da Benedetto Di Iacovo, che ieri si è riunita con le componenti sindacali e di categoria, nonché i Direttori degli Enti previdenziali e fiscali che ne fanno parte a Lamezia, ha discusso sul Rapporto che sarà ufficialmente presentato il 12 ottobre presso la sede del Cnel con i massimi rappresentanti del Governo nazionale e regionale oltre che gli esponenti delle categorie sindacali e datoriali.
Il messaggio è chiaro: i dati sull’occupazione e gli indicatori macroeconomici in Calabria meritano una lettura adeguata, senza pigrizia né pregiudizi. Sui dati riferiti al lavoro e l’occupazione in Calabria è ora di dire basta con parole a vanvera e notizie piragna erose da banche dati non aggiornate e da speculazioni mal celate. Se i dati contenuti nel Rapporto sono chiari, il riferimento del Presidente Di Iacovo si fa chiarissimo alla luce della bolla veneta scagliata dalla Cgia di Mestre sulla politica del lavoro avviata in Calabria: “non prendiamo consigli da associazioni di parte che non sentono l’onestà di attribuire la negatività all’anno in cui quei dati corrispondono e cioè il 2006”. Questo risulta nel loro stesso portale dalla banca dati a loro disposizione.
Prova dell’avanzamento della regione sul piano delle politiche dell’emersione del lavoro non regolare è contenuta nel “Rapporto VIII sull’Economia Sommersa e il Lavoro non Regolare in Calabria”, elaborato su iniziativa della Commissione con il supporto scientifico dell’economista Domenico Marino. A partire da dati ufficiali sul mercato il quadro non è felice ma è più che incoraggiante. Il mercato del lavoro in Calabria si muove più e meglio che in altre Regioni, Veneto incluso, e nel contesto di una congiuntura internazionale particolarmente negativa- il PIL italiano dal 2008 al 2010 ha perso più del 7%- è significativo evidenziare l’aumento della regolarità nel campo del sommerso e del lavoro nero. Frutto di politiche strutturali, sostenuti anche attraverso il fondo sociale europeo della Regione, i dati vanno rispettati nella loro attualità.
Osservando l’andamento decennale della disoccupazione in Calabria, è evidente la tendenza positiva: il differenziale fra il tasso di disoccupazione nazionale e regionale era a due cifre ad inizio degli anni 2000, mentre si è ridotto a 3,5 punti percentuali nel quarto trimestre 2010. Parimenti significativi i dati emersi sul fronte del contrasto al sommerso dove il calo degli irregolari segue un andamento in costante miglioramento: da 186.000 nel 2006 (anno a cui si riferisce la Cgia di Mestre) sono scesi a 142.000 nel 2010.
Sui dati del lavoro e dell’occupazione in Calabria è essenziale evitare incursioni di letture estemporanee. Perché è dalla misurazione lucida dei dati reali e certificati che la Calabria può e vuole realizzare politiche efficaci per il mercato del lavoro, la crescita legale e regolare dell’occupazione, frutto di una attenta azione dell’assessore al ramo Francescantonio Stillitani e bussola di orientamento del Governatore Giuseppe Scopelliti.
Barra ferma che qualifica inoltre la politiche occupazionali in Calabria è l’emersione dal lavoro non regolare. Scopo della Commissione presieduta da Benedetto Di Iacovo è infatti, anche, quello di analizzare, monitorare e osservare il fenomeno dell’economia sommersa ed il lavoro non regolare nella nostra regione e proporre all’organo politico (Giunta e Consiglio regionale) adeguate politiche attive del lavoro e di contrasto al sommerso capaci di far funzionare un corretto sistema di contribuzione tale da garantire i diritti previdenziali e sociali del lavoratore assicurando una crescita reale del sistema regionale, attraverso maggiori entrate erariali nelle casse della Regione e Comuni a seguito di recupero di addizionali Irpef (regionali e comunali), quote Iva e Irap regionali.
“la partita di contrasto al sommerso –conclude il presidente Di Iacovo- non la si potrà mai paragonare al pari di una partita di calcio che si vince o si perde al ’90 minuto. Il fenomeno si combatte diuturnamente con politiche ed azioni mirate. Se si abbassa la guardia il fenomeno, soprattutto in tempo di crisi, impenna nuovamente”.
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