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Riteniamo di non avere alimentato nessun allarmismo tra la popolazione di Lamezia, in quanto il nostro intervento mirava unicamente a riportare l’attenzione su un problema più volte evidenziato.
D’altronde le stesse affermazioni dell’avvocato R. M. della CISSEL, secondo cui dopo l’analisi del caso ci sia stata la “CHIUSURA RIGOROSA” dell’area, la dice lunga sulla pericolosità dello stesso. Ciò che più ci interessa, non è la riqualificazione dell’area, se pur importante, bensì la bonifica e la messa in sicurezza dell’impianto.
Lei saprà infatti, che ciò che resta dello stabilimento è diventato rifugio stabile per sbandati ed extra-comunitari, e purtroppo anche teatro di violenza e ci riferiamo allo stupro avvenuto all’interno dello Zuccherificio nel luglio del 2011, ai danni di una giovane Colombiana e alla morte di un ragazzo. Sa che le forze dell’ordine hanno trovato oggetti estranei alla coppia appartenenti a sbandati? Lei crede che tutto questo sia allarmismo?
Noi crediamo di no, e nell’interesse della collettività, auspichiamo la chiusura da lei stessa definita rigorosa, dell’area ex zuccherificio e la rimozione immediata dell’amianto.
Simona Vescio
Presidente Circolo Territoriale Futuro e Libertà
“Ninetta Burgio” di S. Eufemia Lamezia
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