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«Dopo cinque anni di abbandono i quartieri della città sono allo stremo. Dovremo ricominciare da capo e aggredire un degrado che ormai ha passato ogni limite. Mi sono bastati i sopralluoghi effettuati in questi giorni per rendermi conto che tutto quello che era stato costruito negli anni precedenti o non esiste più o è in pessimo stato: gli spazi a verde, i giochi per i bambini, ciò che era stato realizzato per socializzare ed incontrarsi, sono rimasti senza nessuna cura».
Sono state queste le considerazioni che Sergio Abramo ha tratto dalle numerose visite che in questi giorni ha dedicato ai quartieri cittadini. «Ho sempre pensato alla parte della città che definiamo quartiere – ha detto – non come una porzione periferica e lontana del territorio comunale, ma come piccolo centro residenziale dal quale sia facile raggiungere il nucleo storico cittadino, ma nel quale la qualità della vita deve avere standard qualificati».
«Ora – ha continuato Abramo – bisogna ricostruire per andare oltre integrando interventi di tipo strutturale ad interventi di tipo sociale, come la riqualificazione di spazi di aggregazione per attività sociali, culturali e sportive, per dare forma a quartieri che siano veramente a misura d’uomo e dove giovani, anziani e famiglie possano trovare le giuste risposte in termini di servizi e di opportunità senza sentirsi penalizzati dalla lontananza dal centro urbano».
E’ questo il proposito che Sergio Abramo ha inteso mettere al centro del suo programma. La viabilità è il primo punto per migliorare l’accesso e la circolazione nelle diverse zone della città: «Un elemento di rivitalizzazione sarà costituito sicuramente dal prolungamento della tangenziale ovest dalla rotatoria di Sant’Antonio fino al campus universitario di Germaneto – afferma Abramo -, ove si innesterà direttamente nel costruendo svincolo della nuova Ss 280 previsto proprio in prossimità del campus. Questa arteria costituirà, peraltro, un importante presupposto per la valorizzazione dei quartieri di Gagliano e Sant’Antonio, oggi abbandonati e impoveriti per la notevole riduzione delle attività sanitarie storicamente presenti».
Il candidato sindaco, che ha incontrato ieri i cittadini di Gagliano, ha ribadito che il popoloso quartiere «sarà collegato stabilmente anche attraverso il prolungamento del sistema metropolitano fino all’attuale stazione, con l’aggiunta di fermate intermedie e con interventi che ne facilitino l’avvicinamento, quali ad esempio l’eliminazione della strozzatura costituita dall’attuale sottopasso di Lenza».
Per quanto riguarda i quartieri lungo la valle della Fiumarella come Sala, Santa Maria, Pistoia, Corvo e Aranceto, dove il degrado ora è sotto gli occhi di tutti e bisogna porre rimedio alla monofunzionalità residenziale, Abramo afferma che «la vivibilità dovrà essere migliorata innanzitutto attraverso la riqualificazione delle principali arterie di viale Isonzo e viale Magna Grecia con l’introduzione di rotatorie in corrispondenza degli svincoli, di opere di raccolta delle acque, la creazione di marciapiedi, adeguatamente pavimentati ed alberati, su entrambi i lati della carreggiata».
Lo stesso impegno dovrà essere indirizzato anche su Sant’Elia e sulla zona più a nord della città: «Si tratta di quartieri che sono stati lasciati nel più completo abbandono per quanto concerne i servizi e i collegamenti con la grande viabilità – ha detto ancora Abramo -. Particolare attenzione dovrà essere rivolta alla problematica legata al dissesto idrogeologico nella frazione di Ianò, una ferita che va sanata celermente, mentre Siano, nel quale sorgeranno il nuovo liceo scientifico e la Caserma della Guardia di Finanza di prossimo appalto, sarà valorizzato attraverso la riqualificazione dell’orto botanico e della sua vasta pineta».
Per il candidato sindaco il recupero ed il successivo rilancio dei quartieri rientrano, infatti, nel più ampio progetto di un’area metropolitana che sia il centro di riferimento di altre aree calabresi per valorizzare sia il territorio intercomunale che va dal nord della città alla Sila Piccola, abbracciando tutti i comuni presilani del catanzarese, sia la vasta area lametina e le potenzialità di sviluppo industriale e agricolo che essa comprende.
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Leuca
Certo le tasse vanno pagate, ma se devono sostenere lo statalismo che sta mettendo in ginocchio il nostro paese,il grande ed enorme numero di impiegati statali, frutto di scelte e scambi con la politica locale e non.questa politica che certo non crea o ha saputo creare realta industriali od oggi verrebbe da dire turistiche di ampia durata
e di certa pianificazione o distribuita razionalizzazione, oppure ha cercato di creare delle isole relativamente felici o rappresentanti possibili ,ma improbabile assunzioni attreaverso i finanziamenti pubblici o progetti faraonici falliti nel momento in cui chi rimaneva da attivarsi era la manovalanza.La reazione a questa presa di coscenza viene dal pubblico , dall’impiegato pubblico che difende la propria corporazione,
anche se in essa esiste l’impiegato pubblico che con una pancia enorme e altezza da fungo viene arruolato nei Carabinieri oppure quello che sino a ieri presso il commissariato locale era immaginato come l’esperto di informatica più indiscusso sino a quando non ha conosciuto un ragazzino che durante la deposizione di una denuncia spiegava all’impigato in difficoltà dopo 5 ore come traportare il testo da un pdf ad altro documento informatico.
Sapere che da paesini di 500 abitanti come Leuca e Giuliano di lecce esistono molti signori impiegati a vario titolo nei Carabinieri, in Polizia, nei Comuni locali, negli uffici pubblici locali, nelle strutture ospedaliere locali. Un esercito di statali che soffoca la creatività di un paese sino a logorarne le forme di diritto fondamentali,sino a rendere ogni protesta legittima un disturbo psicotico della personalità.
Un esercito di Statali con precise influenze e interessi anche nella macchina giudiziaria per soffocare qualsiasi forma di tutela che possa mettere in difficoltà determinato equilibri consolidati e non proprio legittimi di cui si alimentano, ma riuscendo a dare immagine apparentemente pulita all’esterno.
Sistemare tutto questo è il loro motto.
il caso della festa delle 8 Marzo ove questi statali si sono spesi per un convegno fatto di parole ,ma poi a Leuca si lascia e permette che una donna tedesca che ha sposato da 20 anni un uomo italiano venga maltrattata impunemente ogni giorno anche oggi, senza che il maresciallo locale signor Pasquale Fauzza, che invitiamo a replicare,ancora non ascolta i testimoni numerosi,mentre invece quando si tratta di colpire determinati soggetti si affretta in una settimana a sbrigare sommarie istruttorie contro innocenti.
Queste ed altre le anomalie e le mele marcie della Pubblica amministrazione denunciate diverse volte ,ma invano poichè nel Salento la P.A. difende la P.A. in un gioco di coperture reciproche per cui il cittadino non riceve giustizia, non viene tutelato ,ma intimidito e nonostante questi ed altri scandali a tutti i livelli il salento vuole ancora chiamarsi grande salento.
Cosa aspettarsi quando ai massimi vertici dello Stato politico la corruzione e denaro pubblico sottratto illegalmente,vere rapine, non termina di parlare di se quotidianamente.
Nell’apparato giudiziario non si puo fare di tutta le erbe presenti un unico fascio, esistono magistrati con spirito di abnegazione ai valori della Costituzione e della democrazia fuori dalla portata del singolo cittadino comune e persino ne esistono di quelli che hanno dato la vita, siamo di fronte ad una macchina complessa che presenta anomalie in determinati territori ad alta presenza di fenomeni di corruzione ,associazione mafiosa e via discorrendo e tali possono esistere indisturbati poiche la macchina dello Stato che dovrebbe garantire giustizia è compromessa,ma per questo forse attaccare un singolo magistrato senza comprendere l’ambiente nel quale è collocato che inevitabilmente è di una complessità che sfugge al singolo può essere ingiusto e riduttivo.
Purtroppo uno di questi è il Salento ove si è scelto questa strada e soltanto dopo un enorme lavoro a vari livelli istituzionali si puo sperare che le mele marcie gradatamente e senza traumi si allontanino per sperare tutti ad una giustizia per tutti e non in mano ai pochi, che utilizzando anche vuoti e carenze di una buricrazia piena di falle rendono il processo invano o senza risultati, con sicura archiviazione o prescrizione. E non è che ci manchino gli impiegati in tali apparati, forse è il loro esubero o i diffusi debiti morali che non permettono a questi di fare un lavoro nei termini professionali richiesti.
Spersso questi vuoti istituzionali non permettono ai nostri emigrati di ritornare così spaventati da come nella loro terra non esiste un vero sviluppo o miglioramento in teli termini da quando sono partiti, il Salento è in mano a forze occulte dove la partecipazione politica nei termini pubblici fa paura ed è per questo che i voti si chiedono entrando nelle case dei privati promettendo e scambiando e anche se molti non lo possono ammettere è così.
Nel Salento accade che gli operai dei cantieri riuniti avvelenano l’erba nella parte pubblica del muretto a secco che delimita una loro proprietà nei pressi della masseria Lama ed il giorno dopo l’ignoranza di due donne ignare le spinge a raccogliere nei pressi quelle che noi chiamiamo Foie Reste (verdura spontanea da mangiare) .
Questo è il Salento che non rispetta gli altri e agisce contro la legge a dispetto di tutti e se lo dici sono così abili da farti passare come un pazzo che non sa cosa dice. E’ un vecchio e logorato trucco !
Walter Petese Leuca Piccola Nautica Escursioni alle Grotte