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Prosegue l’attività della Guardia di Finanza di Lamezia Terme finalizzata al contrasto della commercializzazione di prodotti illegali, potenzialmente anche molto nocivi non solo per la tutela del “Made in Italy”, ma anche e soprattutto per la salute e l’incolumità fisica dei consumatori finali.
La mirata attività investigativa svolta dai finanzieri ha permesso di concentrare l’attenzione e, quindi, sottoporre a controllo un imprenditore di nazionalità cinese, esercente il commercio “all’ingrosso” di articoli di vario genere, provenienti, nella massima parte, dal mercato asiatico.
Le “Fiamme Gialle” lametine hanno peraltro posto in essere il controllo in parola contestualmente all’inizio di una “tradizionale” verifica fiscale, coordinando l’attività di Polizia amministrativa con quella di Polizia Tributaria.
All’interno dei molto estesi magazzini aziendali ubicati nel quartiere “Sant’Eufemia” di Lamezia Terme, sono stati subito individuati moltissimi prodotti che non rispettavano le prescrizioni previste dalle leggi italiane e dell’unione europea, a tutela soprattutto dell’incolumità dei consumatori finali dei beni.
Infatti, sono stati rinvenuti e immediatamente sequestrati amministrativamente 1.010.486 articoli, per varie violazioni concernenti, fra l’altro, la mancanza di sufficienti indicazioni di sicurezza e di provenienza, delle istruzioni d’uso e di altri dati indispensabili a garantire la completa informazione della clientela in merito alle caratteristiche ed alla composizione dei beni, tutti già pronti ad essere messi in vendita. Un’ulteriore parte dei prodotti rinvenuti (per complessivi 51.926 articoli) riportavano anche il simbolo “ce”, acronimo della dicitura “China export”, contraffatto e realizzato con modalità grafiche del tutto idonee ad ingannare i consumatori.
Questi ultimi, infatti, lo avrebbero facilmente confuso con il logo di conformità europea “CE” (european conformance), previsto per individuare agevolmente tutti i prodotti che hanno superato gli stringenti controlli qualitativi richiesti per essere commercializzati sul territorio dell’unione europea.
Questo stratagemma permette a molti operatori commerciali senza scrupoli di frodare i consumatori finali europei, che notando il simbolo “CE” sulle confezioni dei prodotti, si convincono erroneamente che gli stessi abbiano i rigorosi requisiti qualitativi e di sicurezza previsti dalla normativa comunitaria e nazionale vigente.
I prodotti col marchio “CE” contraffatto e ingannevole trovati in azienda sono stati anch’essi subito sequestrati, questa volta penalmente. Di conseguenza, il titolare della ditta è stato denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lamezia Terme per il reato di tentata frode in commercio.
Per completare l’intervento, verranno successivamente sviluppati dai finanzieri tutti i profili fiscali delle articolate violazioni penali e amministrative individuate.
L’attività appena descritta non è stata isolata, ma si inserisce in un più ampio dispositivo di contrasto alla commercializzazione di prodotti illegali predisposto e coordinato dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, che sta già dando notevoli e positivi riscontri.
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