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Esiste in Italia un museo, precisamente a Torino, dove è conservato il cranio di un cosiddetto brigante (volgarmente chiamati briganti, per denigrarli, erano invece combattenti antiunitari negli anni del Risorgimento italiano, erano coloro che si ribellavano al’Unità del paese fatta a scapito degli ex territori delle 2 Sicilie) Giuseppe Villella, sul quale nel lontano 1871 il dottor Lombroso fece nascere uno studio, in cui, in parole povere, si asseriva che i meridionali “hanno la propensione a delinquere a causa della fossetta occipitale del cranio”. Una teoria razzista, circa 70 anni prima del nazismo, formulata da un cosiddetto PADRE DELLA PATRIA E DELL’ITALIA UNITA. Un medico italiano studiato fino a pochi anni fa nelle Università.
Finalmente una sentenza del Tribunale di Lamezia (giudice Denise) ha deciso che questo cranio deve essere restituito al Comune di Motta Santa Lucia vicino Lamezia. Una vittoria per il COMITATO NO LOMBROSO che ha sede a Milano e si batte per la chiusura di quel museo (ebbene si lo chiamano museo) a Torino, che fa capire come ancora siamo lontani anni luce da una esatta rilettura dei fatti dell’Unità d’Italia molto spesso falsi e trascurati. Importante pure che le spese processuali saranno a carico di questo Museo.
Ivano Verduci
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