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Rimane agli arresti domiciliari il trentenne rossanese F.G.A. assistito e difeso di fiducia dall’avvocato penalista coriglianese Giuseppe Vena. A deciderlo, dopo giorni di camera di consiglio, è stato il
Tribunale penale di Sorveglianza di Catanzaro, a seguito dello scioglimento della riserva assunta dopo la celebrazione dell’udienza camerale.
Il giovane rossanese già in regime cautelare agli arresti domiciliari per un episodio in cui lo vede imputato del reato di rapina, sequestro di persona, lesioni, porto di armi e violazione della legge sui sorvegliati speciali, era stato destinatario di un mandato di espiazione pene detentive emesso dalla Procura della Repubblica di Castrovillari per un reato, commesso antecedentemente, di porto abusivo di armi per cui doveva scontare un residuo di mesi due di pena detentiva carceraria.
Avverso tale provvedimento , l’avvocato Vena proponeva istanza al magistrato di sorveglianza affinchè fissasse l’udienza volta a valutare il fondamento della richiesta accusatoria e le misure alternative alla detenzione carceraria.
In sede di udienza l’avvocato Vena , durante la discussione orale, spiegava ai giudicanti che, valutato il cartaceo processuale nonché le sintesi carcerarie e delle forze dell’ordine, vi erano i presupposti per far scontare il residuo di pena ai domiciliari al suo assistito, dove già si trovava, anziché far fare ritorno in carcere al giovane, atteso che ciò avrebbe costituito un pregiudizio per lo stesso.
La tesi difensiva sostenuta dall’avvocato Vena, a cui si opponeva decisamente il Procuratore Generale, trovava fondamento nella decisione dell’organo giudicante che concedeva gli arresti domiciliari invocati.
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