Questo post é stato letto 25840 volte!
Prosegue con il teatro dell’assurdo la stagione di prosa della residenza teatrale “MigraMenti – Poetiche del viaggio” gestita dalla compagnia Teatro del Carro Pino Michienzi e diretta da Anna Maria De Luca e Luca Maria Michienzi a Badolato, nell’ambito del sistema regionale delle residenze teatrali della Regione Calabria, finanziate con i fondi dell’Unione Europea.
Ospite dell’appuntamento in programma venerdì 25 ottobre, con inizio alle ore 21.00, al teatro comunale di Badolato, è Scena Nuda di Reggio Calabria che presenterà la coproduzione con il Micro Teatro Terra Marique Cisbit di Perugia “La partita”, con la regia di Gennadi Nicolaevich Bogdanov, maestro e docente del Gitis di Mosca. In scena ci saranno Filippo Gessi, Claudio Massimo Paternò e Teresa Timpano che proporranno con una diversa chiave interpretativa il teatro dell’assurdo e l’opera di Samuel Beckett, da cui è tratto.
L’idea di regia del grande maestro russo è quella di “giocare” con il Teatro di Beckett, prendere come punti di partenza e arrivo la prima e l’ultima pièce scritte dall’autore irlandese, “Aspettando Godot” e “La catastrofe”, per entrare nel suo teatro, mostrare i contrasti interiori dei protagonisti. L’operazione di Bogdanov si è mossa riscrivendo il testo, tratteggiando i protagonisti attraverso i colori grotteschi degli intermezzi, degli sketch e clownerie raccolte da Tristan Remy nel suo libro “I clown”.
Lo spettacolo vuole sottolineare il paradosso beckettiano e offrirne un punto di vista differente, soffermandosi su “coloro che fondano la loro arte sui rapporti di potere, che rispecchiano la quotidianità e la rendono buffa e surreale, che creano una visione distorta e ilare di quei problemi che gli spettatori ritroveranno una volta usciti da teatro” spiega nelle note di regia lo stesso Bogdanov.
La partita metterà in evidenza “l’impossibilità del possesso in amore e l’illusione dell’amicizia: se l’amore è una finzione della tristezza dell’uomo, l’amicizia è una finzione della sua codardia” poiché “nessuna delle due cose può essere realizzata a causa dell’impenetrabilità di ogni ‘cosa mentale’. Il fallimento di ogni tentativo di possesso può avere almeno la nobiltà di ciò che è tragico, mentre il tentativo di comunicare laddove nessuna comunicazione è possibile, è soltanto una volgarità scimmiesca, o qualcosa di orrendamente comico, come la follia che fa parlare coi mobili”.
Questo post é stato letto 25840 volte!