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Nella giornata di ieri 20 febbraio ’13, presso il Campus Universitario di Germaneto, sotto l’organizzazione scientifica del professor Giovambattista De Sarro, continua la serie di congressi volti alla formazione e all’informazione sull’appropriatezza prescrittiva in vari ambiti del settore medico.
Oggi si è approfonditamente discusso dell’utilizzo dei farmaci in ambito di asma e bronco pneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), sull’appropriatezza delle prescrizioni, l’aspetto economico e pratico di chi opera in ambiente ospedaliero.
Dopo una breve presentazione del convegno da parte del prof De Sarro, il professor Rosario Maselli (ordinario di Malattie dell’apparato respiratorio, Università Magna Græcia, Catanzaro) presenta quelli che sono i “numeri” legati a queste malattie e che gravano sulla sanità pubblica. Circa 9 mld di euro è il costo di queste patologie per il nostro SSN, 2723 euro per paziente. Queste cifre spaventano ancora di più se si pensa che il costi legati alle ospedalizzazioni sono del 76%. Il professore continua dicendo che nella Regione Calabria i costi quindi risultano davvero elevati.
A seguire la professoressa Maria Gabriella Matera (Dipartimento Medicina Sperimentale Seconda Università di Napoli), cattura l’attenzione della platea con una splendida lezione magistrale sulla farmacologia dei farmaci utilizzati appunto nelle patologie su cui verte il convegno. Con molta chiarezza riesce a suddividere per meccanismo d’azione e durata di azione tutti i farmaci a disposizione e tutte le possibili co-somministrazioni con lo scopo di far capire la complessità delle patologie, la variabilità delle risposte e altresì mettere luce su tutte le possibilità di successo e di errore nella cura dei pazienti ammalati. La professoressa ripercorre la storia dei farmaci utilizzati fin dagli albori della civiltà per la cura ad esempio dell’asma primo fra tutti l’efedrina, farmaco simpaticomimetico), fino agli ultimi ritrovati (anticorpi moniclonali come l’omalizumab). La platea a fine lezione pone diverse domande alla professoressa proprio mettendo il punto sull’appropriatezza prescrittiva, e sulla realtà economica legata all’utilizzo degli ultimi ritrovati anche nei primi stadi della malattia.
Proprio su quest’ultimo punto e su uno dei nuovi ritrovati per la terapia, appunto l’omalizumab, il professor Girolamo Pelaia (Ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio,. Università Magna Græcia, Catanzaro), continua esponendo le caratteristiche dei nuovi farmaci e delle possibili associazioni con farmaci storici, ormai abbandonati, come la teofillina. Proprio su quest’ultima dalla platea e dallo stesso prof De Sarro, arrivano domande legate all’utilizzo appropriato non solo per l’asma e la BPCO, ma anche per altre patologie su base infiammatoria. A queste questioni il prof Pelaia risponde dicendo che ovviamente nei decenni si è meglio conosciuta la molecola teofillina e si sono riconosciuti pregi e difetti: pregi legati alla possibilità di sfruttare le sue caratteristica antinfiammatorie per queste patologie in combinazione con farmaci più potenti e selettivi, difetti legati appunto alla sua scarsa selettività ed al suo basso potere curativo.
Conclusa la parte più inerente allo studio farmacologico, il professor Giorgio L. Colombo (afferente all’ateneo pavese, Facoltà di Farmacia, e alla SAVE Studio Analisi Valutazioni Economiche, Milano), essendo più vicino al fattore economico della gestione del malato, presenta alcuni modelli lombardi sulla gestione e sul controllo del paziente e del farmaco, valutando l’utilizzo appropriato da parte del paziente, collegandolo alla prescrizione appropriata del medico di base e dello specialista, ponendo il punto sullo scarso utilizzo dei generici in Italia. Il professore conclude dicendo che nel paziente cronico il lavoro non è esclusivamente di tipo clinico ma è caratterizzato anche da aspetti epidemiologici, gestionali,organizzativi, necessari per effettuare attività di stadi azioni, monitoraggio e controllo dell’evolversi della malattia.
A seguire il dottore Luigi Anastasio (U.O.C Medicina Interna, Vibo Valentia) ha descritto il ruolo dell’internista nella diagnosi e cura di queste patologie che hanno un impatto elevatissimo negli ingressi ospedalieri e quindi anche un impatto notevole nei costi per il nostro SSN. Il dottore si è soffermato su alcuni punti critici sulla gestione di questi pazienti: innanzi tutto la diagnosi, poi le concause o comorbidità, e infine la mancanza di comunicazione fra la diverse aree specialistiche e il medico di medicina generale che dovrebbe tenere maggiormente le fila della gestione terapeutica dell’assistito. Il problema diagnostico è spesso legato alla mancanza di conoscenza della patoligia BPCO ad esempio. Questa patologia spesso confusa banalmente con la “tosse del fumatore”, uccide da sola o in concausa molti pazienti sia in ambiente ospedaliero sia dopo la dimissione. Il dottore, dall’alto della sua pluriennale esperienza nella gestione di un reparto tanto complesso, punta il dico contro la mancanza di preparazione e di valutazione strumentale del paziente, la spirometria ad esempio, che più di tutto il resto da una visione corretta della patologia, solo in pochissimi casi viene ad essere praticata, con danni e ritardi nella cura notevoli. Per concludere, riporta un esempio di un paziente arrivato in reparto con una riacutizzazione della BPCO ma con varie comorbidità: questo signore riportata una terapia domiciliare di 16 farmaci differenti: questo quadro generale complicato è spesso causa di errori terapeutici dovuti alla scarsa collaborazione fra i diversi medici. Le domanda spontanee nate dallo stupore generale della platea sono state: e l’appropriatezza? E il medico di medicina generale che prescrive tutti questi farmaci, alla fine, che ruolo ha??
Su questa domanda, e dopo una breve pausa, il dottor Giuliano “recita” il mea culpa, a nome dei MMG per la situazioni dovute al fatto che spesso non riescono effettivamente ad essere un valido filtro per i pazienti che davvero necessitano dell’intervento specialistico. Il dottore risolleva la questione dei generici, precedentemente disquisita dal prof Colombo, sottolineando come l’attuale scheda di segnalazione di reazione avversa non consente nello specifico di far rilevare dalle autorità regolatorie il mancato effetto terapeutico di un farmaco generico. Dopo aver brevemente mostrato gli step terapeutici per il trattamento dell’asma e della BPCO ( a seconda del livello di gravità), il dottore sottolinea come l’aderenza del paziente alla terapia, la sua capacità di utilizzare i devices che erogano il farmaco, siano fondamentali per rendere l’atto terapeutico del medico un atto “appropriato”
Nella successiva discussione viene auspicata la futura realizzazione di poliambulatori che consentano la collaborazione tra la medicina generale e la Medicina specialistica.
Infine il professore De Sarro saluta calorosamente e invita tutti al successivo avvenimento legato al progetto di formazione e informazione, farmacovigilanza e appropriatezza prescrittiva.
Dott.ssa Felisa Cilurzo
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