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“L’unica nota positiva venuta fuori dal 1° Congresso del PdL di Catanzaro è stata l’acclamazione di Wanda Ferro alla successione di Michele Traversa, sicuramente unico vincitore della kermesse svoltasi alla Casa delle Culture. Per il resto, una serie di omissis e la solita gaffe del Governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti”.
A sostenerlo è Mario Muzzì, del Pd Calabria. “Cominciamo da quest’ultimo che, – aggiunge Muzzì – pur avendo parlato una mezzora circa, si è guardato bene dal chiarire le motivazioni delle dimissioni proprio di Michele Traversa dall’incarico di Coordinatore Provinciale del PdL, ha glissato sullo scippo della Scuola di Magistratura, non ha risposto all’appello di Pino Galati di pubblicare l’elenco degli iscritti al partito, ha balbettato sui risultati conseguiti in due anni di guida alla Regione, non ha affrontato le questioni della sanità pubblica e privata, si è probabilmente dimenticato di trattare l’argomento delle opere pubbliche da tempo bloccate ed essenziali per lo sviluppo e la crescita della Città Capoluogo di Regione”.
Ad avviso del dirigente politico “l’unico motivo che ha giustificato la presenza di Scopelliti a Catanzaro è stato quello di rispondere, da par suo, al Commissario Regionale del PD, Alfredo D’Attorre, che nei giorni scorsi aveva con garbo posto l’accento sulla questione morale e giudiziaria del governatore non tanto per motivi di speculazione politica, quanto perché fosse affrontata sul piano dei conseguenti risvolti politici dopo l’attacco senza precedenti nei confronti dell’Arma dei Carabinieri, nel bel mezzo di un processo giudiziario.
Segno di come siano lontani i tempi in cui gli ex missini tifavano per Mani pulite e per la legalità. Per Mario Muzzì “la carenza di argomentazioni utili a giustificare ciò che giustificabile non è, ha spinto il presidente della regione ad una serie di considerazioni, quasi bossiane. Tra queste, a parte le supponenti allusioni al PD commissariato per mancanza di leadership (come se il PdL non fosse commissariato sin dalla sua nascita!), vorrei solamente citare e chiosare quella riferita a D’Attorre, illustre sconosciuto di cui non ha sentito parlare prima.
Ebbene, senza volerlo, penso che non avrebbe potuto fare migliore complimento al nuovo commissario del PD calabrese. Come democratico sono orgoglioso di sentire che Alfredo D’Attorre risulti sconosciuto a chi finora è stato all’onore delle cronache nazionali per meriti virtuali e per vicende come quelle di cui è stato ed è protagonista il nostro presidente di Regione, senza parlare dei suoi fallimenti amministrativi e delle sue dubbie frequentazioni politiche abituali a livello locale e sul piano nazionale con i vari Verdini, Cosentino, Papa, Formigoni, Dell’Utri eccetera. In fin dei conti – conclude l’esponente politico del Pd – il suo essere un “gigante della politica nazionale”, le virgolette sono doverose, gli ha fruttato sinora solo una visita ufficiale dell’on. Pionati. Come dire, sotto il vestito, il vuoto”.
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