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Si è svolto a Pentone (CZ), un incontro per ricostruire criticamente la Grande Guerra, ricordare le sofferenze di chi l’ha vissuta, ma anche avere occhi diversi sul presente per riconoscere le stesse sofferenze nelle guerre di oggi e le stesse logiche di conflitto anche nelle comunità.
L’incontro con lo storico Salvatore Bullotta è stato organizzato dal gruppo di minoranza Rinascita per Pentone. Il capogruppo, Vincenzo Marino, che ha fortemente voluto “1915-2015 A cento anni dalla I guerra mondiale“, ha introdotto e moderato la serata.
Sono intervenuti anche Michele Merante, sindaco del Comune di Pentone, e Saverio Capicotto, cerimoniere.
Al convegno che, per la ricorrenza del 4 Novembre, ha previsto un momento per i 90 anni dalla costruzione del Monumento ai Caduti di Pentone, hanno fatto da contrappunto le poesie di Ungaretti, lette da Rita Paonessa.
Vincenzo Marino ha dato alcuni spunti per ricordare e attualizzare il centenario della prima guerra mondiale: tra gli altri, il numero enorme, ancora non meglio precisato, di vittime, le armi di distruzione di massa, il ruolo delle avanguardie, la posizione dell’Italia e la fine della Bella Epoque.
«Oggi qualcuno dice che a ogni angolo del mondo c’è una polveriera pronta ad esplodere – ha concluso – che cosa abbiamo imparato dalla prima guerra mondiale? Anche la nostra comunità spesso diventa una polveriera».
Salvatore Bullotta ha fatto una ricostruzione articolata e appassionante, dalle cause remote e prossime del conflitto ai fenomeni che nelle conseguenze della Grande Guerra affondano le loro radici come il fascismo e il nazismo. Il suo quadro ha dato spazio anche alle storie e alle sofferenze dei singoli, che non volevano partire per la guerra, con la lettura di una lettera che restituisce la terribilità della vita di trincea.
Il giovane storico ha fatto notare che l’identità nazionale non è qualcosa di naturale, ma viene costruita dalle élite. Si è soffermato anche sul rapporto degli italiani con le commemorazioni, considerate, negli anni passati, come occasioni per cadere nella retorica tipica del fascismo.
L’incontro ha dato rilievo anche alla storia locale con l’intervento di Saverio Capicotto sui 90 anni della costruzione del Monumento ai Caduti. Il sindaco Michele Merante è intervenuto con ricordi personali e riferimenti al contesto attuale.
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