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«Mamma, perché adottare un libro?», Arian rivolge a sua madre uno dei suoi ‘perché’. «Un proverbio dice: un libro è come un giardino che l’uomo porta in tasca. Dai libri fiorisce la conoscenza e la conoscenza ci aiuta a capire, apprezzare e rispettare gli altri e ciò che ci circonda». Pina racconta a suo figlio l’ultima iniziativa del centro di documentazione sulla Palestina, nato a Pentone, in provincia di Catanzaro, per raccogliere e diffondere materiali sulla storia della comunità palestinese.
Adotta un Libro è il nome e lo slogan della campagna: chiunque può acquistare un libro e donarlo al Centro, che lo mette a disposizione di tutti. In segno di ringraziamento, il nome del donatore sarà apposto sulla copertina del libro e nell’indice generale, visibile nella sezione ‘Settore Libri’ del sito www.invictapalestina.org.
All’iniziativa ha già aderito la casa editrice di Reggio Calabria, ‘Città del Sole’, con la donazione di due abbonamenti gratuiti alle sue riviste e di alcuni libri in catalogo. Gli altri ‘padri’ e ‘madri’ si trovano in tutta Italia. E una donazione arriva addirittura da oltreoceano: Massimo Mandolini – Pesaresi, professore e autore di due libri di critica letteraria che vive negli States, ha spedito Children of Catastrophe di Jamal Kanj. Si è appassionato così tanto all’idea del centro, da entrare a far parte della redazione.
«Un interessante e inedito aspetto della tragedia palestinese del 1948 è il furto di … libri – scrive Massimo Mandolini – Pesaresi – Sì, non solo la terra, le case, la tranquillità di vivere, ma anche i libri. Un recente articolo di Arwa Aburawa, “The Great Book Robbery of 1948” (La grande rapina dei libri del 1948, Electronic Intifada, 9 novembre 2010) documenta la storia di più di 60.000 libri (oltre a manoscritti e giornali), che furono sequestrati dalle case palestinesi da parte delle forze israeliane». Per spiegare l’intento di fondo del progetto, il professore ricorre al visionario della Biblioteca di Babele: «Se Borges poteva immaginare una biblioteca come metafora del mondo, lo scopo di questo progetto è ricreare un ‘luogo’ per la memoria palestinese: uno spazio/dimensione, in cui il ricordo e l’analisi storica possano favorire la libertà di pensare il futuro».
«Siamo convinti – scrive Clara Moniaci nella lettera di promozione di Adotta un Libro – che solo attraverso una diffusione adeguata della conoscenza, innanzitutto tra i giovani, sia possibile formare una nuova consapevolezza, libera da pregiudizi e xenofobia, una nuova cognizione che permetta di leggere compiutamente la situazione politica mondiale e di compiere scelte forti».
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