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I 48 giudizi abbreviati chiesti nell’inchiesta antidroga sfociata nell’operazione “Pony express” del 18 dicembre 2009, si sono conclusi con 7 assoluzioni e 41 condanne. L’operazione ha stroncato il traffico di stupefacenti attivo tra il quartiere Scampia di Napoli e Catanzaro.
Le accuse, a vario titolo, contestate dalla pubblica accusa nell’ambito dell’inchiesta, sono state associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, vari episodi di spaccio e associazione armata. Quest’ultima accusa era partita dopo la morte di un giovane, Vincenzo Gallelli, rinvenuto cadavere a Satriano in provincia di Catanzaro, per un mix letale di droga.
Secondo le ricostruzioni degli investigatori, le sostanze stupefacenti viaggiavano da Napoli a Catanzaro. Due coniugi di Scampia, Fortunato Castaldo e la moglie Rosa Alterio, sarebbero stati i fornitori ufficiali della droga, principalmente eroina, ma anche e soprattutto uno scarto di quest’ultima, il Kobrett, comprati a 12 o 13 euro e rivenduti a 40 o 50 euro.
Il nome in codice dell’operazione è legato al viaggio dei corrieri che facevano da spola tra le città di Napoli, Catanzaro e Catania. In Calabria, il narcotraffico sarebbe stato in mano a quattro bande, facenti capo in prevalenza a rom, e precisamente ai Passalacqua, Berlingieri, Critelli e Raffaele. Per altri dieci indagati è in corso il processo dibattimentale davanti al tribunale collegiale di Catanzaro, che riprenderà l’8 luglio.
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