Questo post é stato letto 27220 volte!
«Non temete, ecco vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è Cristo Signore» (Lc 2,10-11).
Per ciascuno di noi, Dio si è fatto come noi. Si è intessuto della nostra carne, perché noi fossimo pervasi del suo Spirito, perché noi fossimo “spiriti incarnati”, fossimo anche noi, come Lui, nel tempo e nello spazio che ci è dato da vivere con i nostri fratelli. Ha posto una tenda nei nostri cuori, perché divenissimo tenda per tutti coloro che cercano in noi, sul nostro volto, il Suo sguardo che accoglie.
In queste feste spesso e volentieri rese profane dall’inutile consumismo, in un momento di forte crisi, di dichiarata difficoltà per molte famiglie, Sant’Agostino d’Ippona, ci ammonisce ancora una volta: «In cambio di strenne, fate elemosine in misura più abbondante del solito… Tu mi dirai: “Quando faccio la strenna, ne ricevo anch’io in cambio…” E che? !Quando fai l’elemosina ai poveri, non ricevi niente in cambio? Se dici che dando ai poveri non te ne viene niente, allora dico che sei diventato proprio un pagano…» (cf. Discorso 198,3).
L’ammonimento del vescovo d’Ippona è sempre attuale. Luci, addobbi, tavole imbandite: perché? Augurarsi “buon Natale” ha ancora un senso oggi? Usciremo da questa chiesa illuminata a festa, ma il nostro abito “buono” per la festa sarà proprio per partecipare all’incontro con lo Sposo? Saremo “epifania” di gioia? Appariremo come dei “corrieri di speranza”?
Carissimi amici, se neppure uno di questi interrogativi restasse nel nostro cuore, se nulla di quanto celebrato e vissuto in questa santa notte dovesse rimanere, o dovesse restare solo la traccia di una solenne celebrazione liturgica, e la nostra vita, al contrario, non fosse pienamente incamminata a seguire il Cristo incarnato con una vita santa, allora non è Natale, perché nel nostro cuore, nella nostra vita, Cristo, non sarà ancora una volta nato…
Il Santo Natale non sia, dunque, il clima natalizio di coccarde evanescenti e scatole piene di niente, ma «del perdono per un tuo nemico, tolleranza per un tuo avversario, il tuo cuore per un tuo amico un buon servizio per un tuo cliente. Carità per tutti e buon esempio per i bambini. Rispetto per te stesso» (Oren Arnold).
Il Natale è per sempre, non soltanto per un giorno: l’amare, il condividere, il dare, non sono da mettere da parte come la stella come le luci, i fili d’argento e le palline di vetro che poi vanno a finire in qualche scatola o sopra uno scaffale.
In questo atteggiamento di grande abbandono, di distacco da ogni morboso attaccamento alla terra ed alle sue lusinghe, e in quello sguardo che sa cogliere l’infinito nel finito, il grande nel piccolo, il ricco nel povero, il vero cristiano trova la sua più sublime capacità di conquistare il mondo, di viverlo senza esserne schiavo.
La Vergine Maria, ricevendo tutto dalle mani di Dio, ed operando tutto per puro amore e gloria di Dio, illumini anche noi ad agire con ogni sincerità, semplicità e umiltà…» (B. Giacomo Cusmano, LeA I,1, p. 564). Lei che portò nel suo grembo Cristo Gesù, ci aiuti a portarlo nel cuore.
Buon Natale! Amen!.
Questo post é stato letto 27220 volte!