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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di Silvia De Gori, Adiconsum Catanzaro – Crotone – Vibo Valentia:
“Il problema di cui vogliamo occuparci senza rischiare di cavalcare la semplice e sterile onda puramente polemica del trasporto pubblico locale, sono le tantissime difficoltà riscontrate dagli utenti calabresi per raggiungere giornalmente la città capoluogo di provincia da aree significative della regione.
Catanzaro di fatto diventa irraggiungibile provenendo dal tirreno cosentino ma anche dalla costa ionica reggina piuttosto che dal crotonese. Per non parlare dei collegamenti diretti degli autobus con l’aeroporto e la stazione centrale di Lamezia Terme, snodi centrali della mobilità della regione, praticamente inesistenti a meno di effettuare due o chissà quanti cambi di treno ad orari assurdi o addirittura essere costretti a partire la sera prima e pernottare nei pressi dell’aeroporto.
Per parlare di questo complesso e storico argomento abbiamo pensato che non poteva esserci punto migliore da cui trarre ispirazione rispetto a quanto riportato testualmente nell’art. 2 della Legge Regionale N. 35 del 2015 ovvero: “ L’obiettivo generale della presente legge è quello di sviluppare un sistema di offerta di trasporto pubblico locale rispondente alle esigenze di mobilità delle persone, mirando al trasferimento modale dal mezzo individuale al mezzo collettivo, perseguendo obiettivi specifici: a)la scelta più idonea al modo di trasporto; b) la scelta più idonea alla modalità di svolgimento; c)l’ottimizzazione degli itinerari e degli orari dei servizi; h) il miglioramento di regolarità e puntualità; i) il miglioramento della qualità dei mezzi di trasporto e dei terminali di accesso”.
Prendendo per buone le intenzioni dei politici regionali in fase di stesura della normativa, vogliamo solo poter dare delle risposte chiare e serie a tutti quegli utenti, pendolari e non, che ogni giorno vorrebbero o comunque sono costretti a dover utilizzare i pochi, scadenti e mal ridotti mezzi pubblici per recarsi a lavoro o semplicemente per spostarsi, non avendo a disposizione un mezzo proprio di locomozione. Nel testo della legge ci sono tutti gli obiettivi per rendere il trasporto pubblico locale, urbano ed extra urbano, un modello ideale e maturo al passo con le esigenze moderne della nuova società civile e globalizzata. Purtroppo nella realtà tutta calabrese il resto del globo è davvero lontano da noi. Forse una distanza mentale e pratica che supera abbondantemente l’oscura ed enigmatica distanza che ci separa dalla luna. Allora sarebbe il caso di supporre che andare sulla luna per il resto del mondo oggi è più semplice rispetto alle difficoltà che un povero sventurato calabrese deve affrontare per raggiungere la città di Catanzaro, per esempio se proviene da Praia a Mare o Paola e quindi è costretto ad utilizzare la tratta ferroviaria dell’alto Tirreno cosentino.
In questi giorni si sente spesso parlare dell’ammodernamento della linea ferroviaria calabrese che Ferrovie Italiane vorrebbe realizzare e sentiamo così il termine di “alta velocità ridotta”. Be forse ci farebbe anche piacere “velocizzare in maniera ridotta” il tratto che da Reggio Calabria porta alla capitale; resta sempre il problema di come dovrebbero fare ogni giorno i tantissimi pendolari che abitualmente utilizzano le tratte locali delle ferrovie senza necessariamente doversi recare verso il nord. La nostra associazione rivolge allora un accorato invito all’Assessore competente, ricordando che oltre al tavolo con Trenitalia, oltre all’appuntamento fissato per domani mercoledì 28 giugno a Palazzo Campanella per la discussione in vista della conclusione della prima fase per la predisposizione della Proposta Definitiva di Piano Regionale dei Trasporti, occorre un tavolo specifico sul Trasporto pubblico locale, che coinvolga non solo le Associazioni dei Consumatori e Utenti ma ugualmente le Organizzazioni Sindacali e Datoriali, anche alla luce delle innumerevoli difficoltà economiche che investono il settore specifico.
Allora significa che occorre realmente farsi carico giorno dopo giorno della vita reale dei Calabresi e cercare di non aggravare il carico di problemi ormai congeniti che ci danno il benvenuto sin dalla nascita per il solo fatto di ritrovarci nella regione con il più alto tasso di disoccupazione. Naturalmente tutte queste problematiche avrebbero certo potuto essere portate all’attenzione della Consulta Regionale dei Consumatori Utenti, se non fosse che questo strumento ormai lo attendiamo da troppo tempo e auspichiamo quindi essere nell’agenda degli impegni immediati del competente Assessore per la Tutela dei Consumatori Utenti Calabresi”.
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