Questo post é stato letto 29850 volte!
“E’ accorato e quasi drammatico l’appello che la magistratura catanzarese ha lanciato all’apertura dell’anno giudiziario. Carenze di risorse e organico, nel particolare una città in mano ad una criminalità che ha fatto un vero e proprio salto di qualità nella geografia malavitosa, strutturandosi, ma che stentiamo ancora a voler definire come criminalità organizzata.
Un allarme e un appello che non può cadere al finire della giornata istituzionale.” – E’ quanto sostiene Giuseppe Brugnano, Segretario Regionale del Coisp – il Sindacato Indipendente di Polizia – dopo l’allarme lanciato dai magistrati catanzaresi nel giorno dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.
“C’è un gap evidente tra lo Stato, nella sua dimensione pensante e programmatica e lo Stato nella sua dimensione operativa. Il primo, – dice Brugnano – che dovrebbe fungere da propulsore per il secondo, stagna, si arena, nicchia e troppe volte tace. Il secondo cerca di dare la spinta utile verso la legalità e la sicurezza ma troppo spesso a costo di grandi sacrifici personali e professionali. Ma lo Stato dovrebbe essere uno ed indivisibile.
E anche nel capoluogo calabrese, – continua il Segretario calabrese del Coisp – dove a torto si ritiene che la situazione sia sotto controllo, accade che ci sia una criminalità latente ed infiltrata nella quotidianità che ha a disposizione ingenti capitali illeciti con i quali far funzionare la macchina della malavita ad una velocità che è doppia rispetto a quella della Magistratura e delle Forze di Polizia, mortificate da continui tagli e disattenzioni.
Ecco perché – incalza Brugnano – chiediamo alla deputazione calabrese, che massicciamente partecipa ad ogni iniziativa pubblica, di diventare cerniera tra le istanze dello stato operativo e i provvedimenti necessario che lo Stato pensante deve mettere in campo. Non è concepibile lasciare un’intera città ostaggio di una piccola parte di suoi abitanti che hanno deciso di delinquere a qualunque costo, servendosi in molti casi di minori.
E’ una spirale inaccettabile alimentata da chi pone in atto condotte criminali ma anche da chi non profonde il massimo impegno per rafforzare gli organici e le risorse di chi questa spirale è chiamata a spezzarla. Le Forze di Polizia e la Magistratura – conclude il Segretario del Sindacato Indipendente di Polizia – non vogliono essere complici, ma parte attiva nella costruzione di un sistema di sicurezza che renda libere le nostre città e il futuro dei nostri figli”.
Questo post é stato letto 29850 volte!