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Da Lamezia a Cassano Jonio non è difficile scorgere una traiettoria unica che ha connotato le visite di Papa Benedetto XVI e di Papa Francesco, senza volere negare, naturalmente, le distinzioni, vissuti come elementi di ricchezza per la Chiesa, dei due papati.
Dalla “terra sismica” evocata da Papa Ratzinger alla scomunica di Papa Bergoglio per i mafiosi ci sono tanti elementi unificanti nella visione di una Calabria certamente da scuotere ma in cui credere profondamente, perché luogo ancora inespresso, dove tante potenzialità possono sprigionarsi.
Nelle visite dei due Pontefici, fortemente volute da Mons. Cantafora e da Mons. Galantino, c’è un’attenzione alla Calabria, quale regione da recuperare al Paese e, per alcuni versi, al mondo e non è un caso che proprio qui Bergoglio abbia compiuto quello che Luigi Accattoli ha definito un passo decisivo, ovvero la scomunica dei mafiosi.
Dai due Pontefici emerge indubbiamente fiducia verso i calabresi, una fiducia non acritica ma condizionata alla loro capacità di liberarsi dai pesi e dai pregiudizi che assillano la nostra terra e che, unitamente alla mafia, la mortificano e l’avviliscono.
Si pensi alle istituzioni calabresi, che dovrebbero essere un modello per invertire la rotta culturale ed invece sono sovente condotte in forma personalistica ed elitaria, senza alcun rapporto con i cittadini.
Si pensi al mondo associazionistico, produttivo e professionale, che dovrebbe guidare i propri iscritti alla distinzione dei ruoli e che invece si affanna spesso alla ricerca di coperture e cointeressenze con la politica.
La Chiesa del Mondo intero vuole che la Calabria guardi con una lente diversa ai fenomeni che l’hanno imprigionata ed in questo sembra assai appropriata l’esortazione apostolica di Papa Francesco “Evangelii Gaudium”, quasi un manifesto del capitalismo popolare, la quale promuove una nuova visione dell’economia come economia di pace più che strumento di algido profitto, con l’obiettivo di perseguire lo sviluppo dell’umanità, del tutto più che di una parte.
In termini laici, storicamente, il popolarismo, quale espressione di diversità sociale, ha avuto la visione complessiva della tutela di tutte le classi presenti nella società, anche di quelle apparentemente meno deboli, dando una risposta più compiuta rispetto ai partiti di massa, i quali tutelando solo alcune categorie, mancavano di tensione unificante.
Oggi su queste analisi, che erano il pane per costruire la politica del futuro non molti anni fa, è calato inesorabilmente il sipario, divampano quotidiane dispute sul nulla.
Dobbiamo gioire di queste attenzioni per la Calabria e delle presenze dei Pontefici ma non possiamo pensare che, andato via anche Papa Francesco, tutto possa restare come prima.
Dobbiamo reagire e tradurre nella vita sociale e professionale le sollecitazioni dei Papi, impegnandoci ad edificare una Calabria in cui il merito e la qualità non siano dettagli trascurabili ed in cui i giovani calabresi, nel solco dell’invito di Mons. Galantino, “possano alzare lo sguardo per sentirsi cittadini europei e del mondo”.
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