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Prosegue l’attività della Guardia di Finanza di Lamezia Terme, finalizzata al contrasto della commercializzazione di oltre ottocentoquarantamila prodotti illegali, potenzialmente anche molto nocivi non solo per la tutela del “Made in Italy”, ma anche e soprattutto per la salute e l’incolumità fisica dei consumatori.
La mirata attività investigativa svolta dai finanzieri ha permesso, questa volta, di individuare e, quindi, sottoporre a controllo un imprenditore di nazionalità cinese, esercente il commercio, anche “all’ingrosso”, di articoli di vario genere, provenienti, nella massima parte, dal mercato asiatico.
I “baschi verdi” durante l’ispezione dell’esercizio commerciale ubicato nel quartiere “Sant’eufemia” di Lamezia Terme, hanno subito individuato moltissimi prodotti che non rispettavano le prescrizioni previste dalle leggi italiane e dell’Unione Europea, poste a tutela soprattutto dell’incolumità dei consumatori finali dei beni.
L’attività ispettiva è stata quindi estesa su tutti i locali e i prodotti presenti all’interno dell’attività, permettendo il rinvenimento e l’immediato sequestro amministrativo di 839.700 articoli complessivi, per varie violazioni concernenti, fra l’altro, la mancanza di sufficienti indicazioni di sicurezza e di provenienza, delle istruzioni d’uso e di altri dati indispensabili a garantire la completa informazione della clientela in merito alle caratteristiche ed alla
composizione dei beni. Tutti gli oggetti erano già posti in vendita ovvero pronti ad essere immessi in commercio.
Un’ulteriore parte dei prodotti rinvenuti (per complessivi 1.876 articoli) riportava anche il simbolo “CE” contraffatto e realizzato con modalità grafiche del tutto idonee ad ingannare i consumatori. I prodotti col marchio “CE” contraffatto e ingannevole trovati in azienda sono stati anch’essi subito sequestrati, questa volta penalmente. Di conseguenza, il titolare della ditta è stato anche denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica presso il
Tribunale di Lamezia Terme, per il reato di tentata frode in commercio.
Se immessi sul mercato, i predetti beni avrebbero fruttato all’imprenditore un ricavo stimato per oltre 100.000 euro.
Per completare l’intervento, verranno successivamente sviluppati dai finanzieri tutti i profili fiscali delle violazioni penali e amministrative individuate.
È opportuno rammentare che la commercializzazione di oggetti con Marchi contraffatti ovvero non conformi produce un notevole danno non solo ai produttori dei beni “originali” – che spesso profondono ingenti investimenti finanziari, finalizzati a migliorare esteticamente e qualitativamente i prodotti -, ma anche ai consumatori finali dei beni.
Questi ultimi, infatti, non solo avranno acquistato un prodotto che, nella grande maggioranza dei casi, è qualitativamente scadente, ma avranno esposto a rischi anche la loro salute.
Infatti le sostanze di cui sono composti i prodotti contraffatti o insicuri sono sconosciute e prive di ogni controllo preventivo e successivo alla produzione. Le stesse, quindi, sono potenzialmente anche molto pericolose per l’integrità fisica dei consumatori.
L’attività appena descritta non è stata isolata, ma si inserisce in un più ampio dispositivo di contrasto alla commercializzazione di prodotti illegali predisposto e coordinato dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, che già da tempo sta dando positivi riscontri.
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