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“La rassegna teatrale in vernacolo è un’occasione che dobbiamo cogliere per trasmettere, comunicare la grande voglia che le nostre lingue hanno di vivere, di esistere, di resistere: uno studio dell’Unesco stabilisce che nei prossimi cento anni la metà delle lingue parlate nel mondo scomparirà; circa tremila idiomi moriranno, al ritmo di uno ogni 15 giorni per i prossimi 100 anni.
Ogni due settimane morirà l’ultimo parlante di qualche lingua che oggi conosciamo come viva: non sarà svanito solo l’aspetto folcloristico di queste lingue, ma sarà scomparso un popolo, sarà scomparso un pezzetto della vera ricchezza dell’umanità”.
È quanto affermato dal presidente del club Unesco di Lamezia Terme, Mauro Vasta, nel corso del convegno “Teatro e Identità” che si è tenuto all’Umberto e promosso dall’associazione “I Vacantusi” e dal Club Unesco cittadino. Il convegno, che è stato una sorta di presentazione alla città della prima rassegna teatrale in vernacolo “Città di Lamezia Terme” che prenderà il via il 22 dicembre al Politeama, ha registrato la presenza dell’archeologa Stefania Mancuso, docente all’Unical, del professore Antonio Panzarella, docente all’Accademia delle Belle Arti di Roma, del presidente dell’Unesco Vasta, dal segretario dell’associazione teatrale Nicola Morelli, oltre che gli interventi del sindaco Gianni Speranza e del presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico.
“Il Club Unesco – ha aggiunto Mauro Vasta – ha molte buone ragioni per appassionarsi a una rassegna teatrale in vernacolo, sia per lo strumento artistico utilizzato, la recitazione teatrale appunto, sia per la lingua adoperata per le rappresentazioni, cioè il vernacolo. L recitazione teatrale è una forma di rappresentazione artistica importante perchè molto antica e storicamente radicata, ma anche perchè ricca di grande forza evocativa e di speciale capacità comunicativa.
L’Unesco ha tra i propri obiettivi quello della salvaguardia delle Identità locali e delle forme linguistiche, che sono poi l’identità di un Popolo”. Il convegno, moderato dalla giornalista Luigina Pileggi, ha registrato poi l’intervento del segretario dell’associazione “I Vacantusi” Nicola Morelli che ha illustrato il programma della rassegna in vernacolo, che prevede 9 spettacoli con compagnie che arrivano da ogni angolo della Calabria e una anche da Caltanissetta.
“L’esperienza del teatro in vernacolo – ha sottolineato – rappresenta un momento significativamente importante per la valorizzazione della tradizione linguistica, sociale e culturale di una comunità”. È toccato poi alla prof.ssa Mancuso fare n excursus sulle origini del teatro, a partire dall’antichità greca, come nasce, con quali finalità e come si evolve nel corso del tempo. Un’esposizione arricchita dalle immagini di antichi teatri dell’area Magna Greca, fino a quelli dell’epoca romana, grazie alle quale si è visto come è cambiata la struttura in base alla variazione del gusto dei fruitori del teatro.
Il professore Panzarella, già direttore per dieci anni della stagione di prosa del Comune di Lamezia Terme, ha puntato l’attenzione sul teatro popolare, come strumento per il recupero dell’identità e della memoria. Panzarella ha anche “bacchettato” le istituzioni che spesso poco considerano l’attività culturale e in particolare quella legata al teatro.
Dopo l’intervento del presidente dell’associazione “I Vacantusi”, Alfonso Morelli, che ha ringraziato tutti i partner che hanno contribuito a realizzare questo sogno di realizzare la prima rassegna in vernacolo in città, ha preso la parola Annamaria Bavaro, responsabile della cooperativa sociale “Le Agricole”, a cui andrà l’incasso di tutte le serate della rassegna teatrale, al fine di finanziare il progetto di fattoria sociale, per inserire ragazzi con disabilità nell’agricoltura biologica, che ha spiegato l’attività portata avanti dalla cooperativa.
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