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«Il senso della nostra esistenza è quello della disillusione e della liberazione dalle catene umane. Lo scopo della nostra vita è un lungo viaggio di sola andata, ad esso sono legati innumerevoli viaggi di ritorni e andate, inizi e fine, di risoluzioni e sconfitte, tutti legati allo stesso viaggio di ritorno.
Le nostre andate e ritorni consistono nello sviluppare il sentiero della nostra andata, ma il giusto senso della vita è quello di sapere dove stiamo andando, perché conoscere la meta fa sì che il viaggio sia vero, sereno e soprattutto breve». Con queste parole la catanzarese Maria Teresa Vonella presenta il suo ultimo libro, in uscita per i tipi della casa editrice “EDIZIONI la rondine” di Catanzaro, che si intitola “L’altalena della vita” (368 pagine, 12 euro).
L’autrice sin dall’infanzia è stata attratta dall’idea della trappola dell’esistenza: «Questo libro nasce da una profonda ricerca di me stessa – scrive nell’introduzione del volume – in un cammino di viva rivalutazione di quello che i nostri occhi vedono e le nostre orecchie sentono. E’ il risultato di una connessione con il proprio essere, è la metamorfosi che l’anima deve raggiungere con il cammino umano.
C’è dentro di noi uno spettacolo più incantevole della natura umana, è il puro amore, è la beatitudine, è la pace, è quello che è la realtà vera. Nel corso di questa mia trasformazione ho percepito le onde generatrici dell’amore divino che hanno portato la mia mente a conoscere l’eterno esistere che è in noi. Ora conosco il senso della vita considerandola un’opportunità dopo l’altra per il risveglio dell’anima».
La Vonella spiega che, al momento di iniziare a scrivere il libro, la sua intenzione sia stata quella di raccontare le esperienze meravigliose vissute personalmente in modo da non dimenticarle mai: «Entrando nel profondo del mio essere – rivela – ho percepito il desiderio di lasciare un messaggio scritto ai miei figli ma, nel corso della scrittura, mi sono ritrovata a leggere libri scritti da grandi uomini che come me hanno avuto esperienze meravigliose nel campo e che fantasticamente corrispondevano alle mie.
Spesso penso che scrivere questo libro sia stata una spinta divina in quanto da sola non sarei stata capace. Ho compreso che il messaggio non era riservato a pochi ma doveva raggiungere tutte le anime, mie sorelle, confuse come me nella materia terrena. Alla nostra verità eterna non è possibile dare una collocazione e nessuna forma. Il Dio assoluto non è contenuto in nulla, si manifesta e si percepisce solo con il puro desiderio nel profondo di se stessi. Gandhi affermava che Indù, Ebrei, Musulmani, Cristiani sono definizioni di comodo, siamo tutti figli dello stesso Dio, la verità è unica e non ha bisogno di assumere alcuna forma, essa è la sola eterna».
L’autrice riassume così il suo messaggio che spera possa essere compreso dai lettori: «Il risultato di questo libro – conclude – è quello di aver unificato in un solo pensiero le varie correnti filosofico-religiose, comprese le teorie scientifiche. Esse ci offrono un ricco linguaggio simbolico e metaforico con risposte differenti nei confronti della stessa suprema realtà trascendente che può aiutarci nel nostro viaggio spirituale.
È giunta l’ora di sfatare i pregiudizi che hanno gli uni dagli altri, spogliarle dalle loro caste e prelevare le verità creandone una sola, la più vera, la più attendibile. È soltanto nella fusione di tutte le coscienze che sta nascosta la salvezza, che comunque l’uomo giri il coltello nella piaga è di salvezza che ci dobbiamo occupare».
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