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Riceviamo e pubblichiamo:
Si è svolto ieri sera a Chiaravalle nell’ambito della festa del PD l’incontro “L’energia nelle Marche e nella bassa Vallesina: prospettive e risorse”.
Per l’ennesima volta è toccato ai cittadini colmare le lacune di certa politica e sostenere i propri diritti sottolineando le gravi criticità del progetto energetico marchigiano e della proliferazione sconsiderata di centrali a biomasse, sovente senza neanche tenere in adeguata considerazione il contesto, il cumulo con altri progetti, le caratteristiche dell’impatto potenziale in riferimento alle diverse aree geografiche ed alla densità della popolazione interessata.
Queste lacune, guarda caso, non sono entrate nell’esposizione dei tecnici relatori con la ovvia attenzione che invece meriterebbero, nonostante, fra l’altro, siano fra le motivazioni con cui il Consiglio dei Ministri ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale il 25 maggio 2012 la recente Legge Regionale n.3/2012 “Disciplina regionale della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA)”.
Certo, come ha ammesso il Prof. Polonara, tra i relatori appunto, “…succede, qualcosa sfugge…” in materia di centrali a biomasse/biogas, ma pensiamo che, in generale, non si può pretendere di parlare di “prospettive” omettendo di valutare attentamente in contesti pubblici i pro ed i contro di certe scelte e come le stesse vengono poi calate concretamene su territori specifici.
Tra i diritti dei cittadini vi è in primo luogo quello ad una informazione corretta, puntuale ed il più possibile intellettualmente onesta. Praticamente il contrario, insomma, di come hanno operato finora certi nostri amministratori, visto che è sempre più usuale che i cittadini si accorgano di una nuova centrale “sotto casa” solo quando iniziano a vedere le ruspe nel cantiere e, quindi, solo dopo l’avvio dei lavori di costruzione degli impianti.
Il Comitato Tutela della Salute e dell’Ambiente della Vallesina ha rimarcato la necessità di procedere piuttosto al risanamento della nostra zona A.E.R.C.A. invece di continuare a discutere di nuovi impianti inquinanti e di nuove proposte di centrali, ed ha respinto ancora una volta al mittente le solite accuse di “Sindrome Nimby” che costituiscono una specie di litania dietro cui, così ci sembra, sempre più spesso ci si trincera per evitare un confronto costruttivo con i cittadini. Parlare poi di “Sindrome Nimby” in Vallesina, che proprio a causa anche di gran parte degli impianti insalubri e altamente inquinanti insediati è divenuta una Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale, appare davvero paradossale.
All’incontro era presente anche il comitato di Camerata Picena che ha ribadito con forza il bilancio fallimentare di questo biogas. Il tutto a pressoché zero posti di lavoro e, di sicuro, a zero vantaggi per la comunità.
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