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Un Papa che saprà parlare ai cuori semplici, che difenderà i cristiani dove sono perseguitati parlando di pace, come Francesco, ricco di cultura e di spiritualità che avrà fermezza, soavità e una grande capacità di dialogo con tutti, divenendo col suo sorriso annunciatore della buona novella ai poveri ed agli sventurati della terra.
Questo il ritratto del nuovo Papa, Sua Santità Jorge Mario Bergoglio visto dall’arcivescovo di Catanzaro-Squillace, monsignor Vincenzo Bertolone, pochi minuti dopo la fumata bianca che annuncia al mondo intero l’avvenuta designazione del nuovo Pontefice romano.
Commentando le aspettative sorte sul Papa di fresca elezione, monsignor Bertolone si dice sicuro <<che a Roma, in questo momento, stiano guardando tutti, anche quanti non sono credenti. Del resto, è anche a loro che il nuovo Papa parlerà, ripartendo dal gesto del suo predecessore>>. Ovvero dalle dimissioni del Santo Padre Benedetto XVI: <<Con i gesti e le parole delle ultime settimane – dice l’arcivescovo catanzarese – il pontefice emerito ha testimoniato quale differenza corra tra salvezza e sicurezza: sicuro è chi sfugge deliberatamente alle risposte. Salvo è chi non smette mai di interrogare e di interrogarsi, pronto a mettere in discussione ogni presunta certezza. Essere cristiani è un rischio, ha insegnato il “pellegrino” Joseph Ratzinger, impegnato, come ha detto lui stesso il 28 febbraio, nell’ultimo tratto del cammino terreno. Uno che continua ad avanzare ed a farsi domande e non perché le risposte non esistano, ma per ricercarle e per sconfiggere, la pretesa della società contemporanea, smaniosa di ridurre a parodia l’inquietudine del Vangelo, come se si potesse fare a meno della fede>>.
Ritornando agli esiti del Conclave, monsignor Bertolone aggiunge: <<Come testimoniano il suo bagaglio culturale ed il suo intenso ministero pastorale, Sua Santità Jorge Mario Bergolgio sarà di certo un uomo che parlerà al cuore degli uomini con uno sguardo nuovo sul mondo intero, che ha bisogno forti parole di speranza. Ed è questa, in fondo, anche la nostra speranza>>. Chiosa il Presule catanzarese: <<Papa Benedetto XVI, incontrando il Collegio dei Cardinali, prima di congedarsi, ha indicato un esempio: quello dell’orchestra.
Ha voluto fornire, con una metafora, un’indicazione che i più, specie quelli assiepati sotto le mura vaticane a catturar sospiri e respiri, mostrano di non voler intendere: governare la Chiesa non vuol dire assemblare una macchina burocraticamente efficiente, né lavorare col bilancino delle dosi per una ricetta di successo. Si tratta del senso della fede, della giusta intonazione, dell’intesa che nasce dall’abitudine a suonare insieme e del gusto per l’accordo migliore: una sinfonia, per l’appunto.
Un invito a tutta la cristianità ad essere espressione della Chiesa universale, concorrendo alla bellezza e alla ricchezza di una superiore e concorde armonia. Ne sono sicuro: papa JOrge Mario Bergoglio raccoglierà il testimone e sotto la Sua guida il popolo dei credenti non mostrerà tentennamenti, gli sarà devoto e ne sosterrà il cammino>>.
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