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di Francesco Iriti (Pubblicato su Calabria Ora)
Un lungo percorso interiore quello affrontato dal giovane Francesco che parte dalla sua Nocera Terinese, in provincia di Catanzaro, alla ricerca di un’emancipazione sociale che manca in questo piccolo paese calabrese, come nel resto della Regione, dove è difficile trovare lavoro.
E’ una ricerca difficile, e quasi impossibile, quella portata avanti dal protagonista che dovrà fare i conti con le mille ingiustizie della vita e degli uomini e che si ritorcerà anche contro la sua famiglia, colpita da altrettante disgrazie che, comunque, non faranno altro che rafforzare il carattere di un ragazzo che deve per forza diventare un uomo per non soccombere al male.
E’ molto pessimistica la visione dell’autrice Maria Clausi che ha scelto la casa editrice padovana “Edizioni La Gru” per esordire sulla scena con il suo romanzo “I perdenti” ambientandolo nel paese dove è nata e cresciuta prima di trasferirsi a Borgia.
Il titolo racchiude al suo interno le riflessioni sul senso della vita prima e dopo la morte e sull’esistenza di Dio, rimasto in alcune parti del libro l’unico appiglio per il protagonista che intraprende un percorso buio nella speranza, appunto, di trovare la luce in fondo a questo tunnel.
Il tradimento della fidanzata che si “concede” per ottenere un posto di lavoro, il suicidio della sorella insieme ai due suoi bambini, la morte del padre per negligenza da parte dei medici, i vari insuccessi in seguito ad altrettanti concorsi pubblici ai quali ha partecipato, portano Francesco Mercuri a mutare la sua concezione verso il mondo senza mai, però, abbandonare quella fede in Dio e quell’amore verso la madre, vero pilastro della sua vita in questa esistenza terrena.
E Francesco continua a lottare anche quando, ottenuto un posto di lavoro, viene spostato di ufficio dopo che aveva denunciato il mal costume dei suoi colleghi, che non prestavano bene il loro servizio. Sarà la svolta della sua vita poiché riuscirà a trovare la sua vera “dimensione” e finalmente l’amore da sempre rincorso e che gli era sfuggito a tal punto da dichiarare che “forse sarò un perdente ma è meglio essere un perdente davanti agli uomini che davanti a Dio”.
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