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L’ex consigliere comunale Francesco Zaccone ha scritto una lettera ai cittadini di Girifalco per spiegare cosa è accaduto negli ultimi mesi della legislatura Deonofrio. “Dopo che l’ex sindaco di Girifalco è stato sfiduciato, lo stesso ha indetto una conferenza stampa nel corso della quale ha formulato una serie di offese avverso coloro i quali hanno scelto di revocargli il sostegno politico fino ad allora offerto. Poiché tra i destinatari di questi attacchi figuravo anche io è giusto che i cittadini di Girifalco siano messi a conoscenza delle ragioni che mi hanno portato alla ponderata decisione di far venir meno il mio appoggio politico alla compagine di governo. Così come è vero che la risposta si può spesso rintracciare nella domanda, le ragioni della mia scelta sono state rese palesi dalle stesse provocazioni in cui è trasceso Deonofrio in quella occasione”. Zaccone scrive, ancora: “Mi sono speso per cercare di realizzare al meglio il programma che era stato condiviso nel corso della sua campagna elettorale, ma le questioni da me poste sul tavolo politico sono state sistematicamente ignorate. Fra le altre cose, nelle diverse riunioni di maggioranza, ho insistito particolarmente sulla necessità di riorganizzare gli uffici comunali in modo da offrire un modo miglior servizio ai cittadini girifalcesi; sul bisogno di riorganizzare gli uffici comunali in modo da offrire un miglior servizio ai cittadini girifalcesi; sul bisogno di riorganizzare la viabilità cittadina e sull’opportunità di procedere con i dovuti interventi urbanistici e con le lottizzazioni per favorire la crescita economica del nostro territorio. Tali temi, tuttavia, non sono mai stati accolti dall’ex sindaco che ha sempre proceduto in maniera individuale, senza informare tutta la compagine di maggioranza e secondo le proprie priorità. In tal senso la fatidica goccia che ha fatto traboccare il vaso è quanto accaduto in relazione alla posizione di dirigente tecnico dell’ufficio comunale. Benché in relazione alla copertura del ruolo in parola per il 2 gennaio 2015 fosse stata programmata la riunione di maggioranza della quale si doveva discutere la richiesta di stabilizzazione presentata dall’architetto De Gori, senza alcun tipo di preavviso, due giorni prima il 31 dicembre 2014, il sindaco avviava l’iter amministrativo per l’indizione di un concorso pubblico. Alla mia richiesta di conoscere le motivazioni di tale condotta che bypassava del tutto la maggioranza di governo, mi è stato risposto che “ormai è cosi”. Dunque una motivazione per così dire dogmatica che io non riesco in alcun modo a comprendere. Sono stato quindi costretto a prendere atto che non c’era la volontà di perseguire l’interesse pubblico in maniera collegiale e condivisa. Conseguentemente, riconoscendo anche una mia sconfitta perché avevo creduto davvero in un progetto politico comune rimasto in larga parta solo sulla carta, per il bene del nostro paese e nella convinzione che un tale modo di lavorare non potesse realmente far prevalere l’interesse collettivo risultando finanche non democratico, non potevo che assumere la scelta di sfiduciare l’ex sindaco. Nella ricordata conferenza stampa Deonofrio ha anche, sarcasticamente, auspicato che per la mia scelta di sfiduciarlo riuscissi quantomeno ad ottenere in cambio la candidatura a primo cittadino. In questo modo l’ex sindaco ha reso il proprio manifesto politico. Infine lasciando intendere al solo fine di screditarmi che la mia scelta sarebbe stata assunta per ambizioni personali, ha esplicitato quella che può essere forse la sua idea politica, ossia carrierismo puro, ma certamente non è la mia. E a dimostrazione di quel che precede basti ricordare a chi non ha buona memoria che il sottoscritto si è dimesso dall’incarico di assessore subito dopo aver ricevuto il rinvio a giudizio. Ciò nonostante il principio di non colpevolezza sancito dalla Costituzione italiana garantisce la mia posizione di semplice indagato (e non pregiudicato) non obbligandomi a farlo, nonostante l’impianto accusatorio fosse infondato – tanto è vero che il tribunale di Catanzaro ha, recentemente, statuito non riconoscendo la commissione di alcun tipo di reato – e, nonostante Deonofrio fosse di avviso contrario e insistette affinché conservassi la carica di assessore. Scelsi, comunque, di dimettermi mettendo in estremo subordine qualsiasi tipo di ambizione personale e lo feci in piena coscienza nella convinzione che quando si ricoprono incarichi di governo occorre non solo essere ma finanché apparire al di sopra di ogni sospetto. Posizione che evidentemente non è condivisa da tutti se è vero, com’è vero, che spesso è capitato che anche i destinatari di una misura cautelare quale gli arresti domiciliari non si siano posti il problema etico-morale di come comportarsi nel rispetto dei propri concittadini. E’ poi è di tutta evidenza che chi, come me, si dimette, quando appartiene alla coalizione di maggioranza lo fa perché ritiene utile alla collettività e non ha interessi particolari da difendere. Cosa, quest’ultima, che non posso garantire per altri. Ma per fortuna tutti gli atti assunti sono depositati in archivio comunale, mandati di pagamento compresi. Dunque le mie scelte sono state compiute con l’obiettivo di fare il meglio per Girifalco e non al fine di ottenere poltrone e incarichi. E se quel che precede vale per il passato lo stesso dicasi per il presente. Mi spiace, infatti, aver deluso l’auspicio dell’ex sindaco ma, come noto, alle prossime elezioni amministrative sosterrò Pietrantonio Cristofaro persona autorevolissima e di grande esperienza tecnico – amministrativa e lo farò senza porre per questo alcun vincolo per future cariche di assessore. Ciò con la fiducia che la coalizione che lo sostiene, essendo rappresentativa di diversi settori della società civile e politica girifalcese, opererà nell’interesse collettivo con il coinvolgimento effettivo di tutti e non secondo le dinamiche autoreferenziali che hanno caratterizzato la precedente amministrazione. Il tutto al fine di operare solo per risolvere le problematiche economiche sociali che affliggono Girifalco e che purtroppo sono sotto gli occhi di tutti, agendo nell’interesse di tutti e non di pochi. Con l’occasione mi sia consentito replicare al volantino anonimo contenente offese personali nei miei confronti. Senza con ciò voler ricollegare lo stesso a qualcuno in particolare, quantomeno in attesa che le forze dell’ordine concludano gli accertamenti in corso anche con l’ausilio dei filmati delle telecamere a circuito chiuso che intenderanno acquisire”. Zaccone conclude: “Ero e continuo ad essere un uomo libero, così come lo sono nella mia vita politica in relazione alla quale ho compiuto le mie scelte, condivisibili o meno, sempre alla luce del sole chiedendo agli elettori di giudicarle. A titolo esemplificativo non ho mai sentito la necessità di prendere una tessera di partito nascondendomi dietro ad un pc. E sempre alla luce del sole ho svolto e svolgo anche in questa occasione, le mie considerazioni firmando quel che scrivo anziché fare uso di volantini anonimi”.
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