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Si è tenuto venerdì scorso a Catanzaro, presso Piazza Rossi, la manifestazione regionale dei dipendenti di Poste Italiane, nell’ambito dello sciopero nazionale indetto da tutte le sigle sindacali (tranne la Uil Poste) . Un migliaio di persone sono accorse a supporto dei segretari regionali per contestare la privatizzazione totale dell’ azienda di servizi più grande del nostro Paese. La percentuale di adesione in Italia è stata del 70%, nonostante numerosi impedimenti che il management ha messo in atto per rendere lo sciopero un flop. A rispondere positivamente è stata anche la nostra regione. Il 60% di scioperanti ha dato un chiaro segnale sulla situazione di insofferenza che si vive in Calabria dove si rischia a breve la soppressione di molti uffici postali in zone disagiate.
Poste Italiane pur avendo floridi bilanci che fruttano consistenti dividendi al Mef (ministero economia e finanzia) di cui è azionista di riferimento, è stata utilizzata (con la vendita della prima tranche di azioni del 30%) ed il timore che lo sarà fatto nuovamente (un ulteriore 30%) per fare cassa e raschiare il barile fino in fondo.
La sospensiva decretata dal governo quest’anno non fa dormire sonni tranquilli ai lavoratori poiché l’idea pare solo rimandata. La realizzazione di questo progetto provocherebbe la perdita di un asset fondamentale del Paese (che deve rimanere in mano pubblica come acqua,ferrovia,ecc) con una primaria rete logistica unica nel suo genere, la probabile consegna a giorni alterni della corrispondenza, per cui Poste Italiane, è stata già ammonita dall’Unione Europea, la definitiva negazione del passaggio di diecimila part time a full time ed una grande incertezza sul segmento finanziario.
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