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Sulla torta muri a secco di pan di spagna e una carriola di cioccolato: simboli dei lavori di una vita: cento anni. Li compie Antonio Tarantino. Per la sua comunità, quella di Pentone (Cz), un giorno da festeggiare. Una carovana di tutte le età raggiunge la casa del centenario dove la sua famiglia ha preparato la festa. Sulle teste la bandiera italiana e quella canadese. Il rione si anima.
Nello spiazzo davanti casa tutti si riuniscono intorno a ‘Ntoni. La Banda del paese suona per lui. Il presidente della Pro Loco, Vitaliano Marino, gli consegna una targa e una composizione floreale. Intorno i bambini si rincorrono. I più grandi si avvicendano accanto ad Antonio, chi per fargli gli auguri, chi per scattare una foto, chi per abbracciarlo.
Antonio Tarantino è conosciuto da tutti come ‘Ntoni. Quello che i muri costruiti pietra si pietra, per delimitare i terrazzi nelle campagne, non crollano. ’Ntoni ha fatto parte delle braccia italiane che attraversarono l’oceano. Canada, Toronto. Anni lontano dal paese natio per lavorare nell’edilizia.
«Il suo capo diceva sempre che gli avrebbe fatto costruire un martello d’oro, tanto lavorava», ricorda la figlia. Il fotografo fa un autoscatto. «Mi ha cresciuto». Sorride.
«Mia madre andava a lavorare – aggiunge – e Ntoni badava a me». Si corre sul filo dei ricordi. Dove ‘Ntoni è immerso. Sono in molti a richiamare alla mente i momenti in cui si sedeva accanto al camino e raccontava. Cento anni. Più di una vita.
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