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Il sistema universitario italiano è fondato sul finanziamento pubblico, per il principio secondo il quale tutti devono avere l’opportunità di studiare indipendentemente dalle condizioni economiche o dalla regione di residenza. In Italia le Università dovrebbero essere i centri propulsori della cultura e della ricerca, e tutti i giovani italiani dovrebbero avere le medesime opportunità di studio, dovrebbero poter contare sulla medesima eccellenza formativa. Tuttavia, per uno strano giochino, questo non succede. Non succede perché una parte delle Università italiane (generalmente quelle meridionali) riceve fondi di gran lunga inferiori rispetto ad un’altra parte (generalmente quelle settentrionali). Il risultato è che l’efficacia e l’efficienza dell’azione universitaria del sud viene fortemente penalizzata favorendo l’emigrazione degli studenti in università lontane da casa, in Calabria questo fenomeno interessa addirittura il 36% dei giovani.
Il Fondo di finanziamento è ripartito secondo criteri che non tengono bene in conto il numero degli studenti nelle diverse Università. Ciò crea una forte sperequazione nella divisione delle risorse, con un’oscillazione che va da un massimo di 6050 ad un minimo di 2065 euro. Generalmente le Università del centro-nord hanno un costo standard maggiore di quello delle Università del sud. Volendo paragonare ad esempio l’Università del Piemonte Orientale con l’Università di Catanzaro (simili per numero di iscritti) scopriremo che alla prima vanno 13 mln di euro in più rispetto alla seconda, con un contributo per studente che è di 4290 euro per il Piemonte Orientale e di 3016 per Catanzaro. In sostanza, le Università del Mezzogiorno ricevono le briciole del contributo statale. In una Italia che sia una, in una democrazia in cui tutti i cittadini sono uguali tutto ciò non è tollerabile. Le Università del nord non vengono premiate perché sono migliori ma molto spesso sono migliori perché ricevono fondi molto più consistenti. Il ruolo delle Università, è quello di traino dello sviluppo sociale di un territorio, gli squilibri che esistono oggi vanno necessariamente raddrizzati, solo così potremo pensare ad un vero riscatto del mezzogiorno. Il futuro del sud passa da quello dei suoi giovani, l’emigrazione di massa dei nostri cervelli deve finire.
Danilo Greco
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