Giovani PdL: Scalzo a Catanzaro è tornato in treno

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Salvatore Scalzo, aspirante sindaco, informandoci del suo ritorno a Catanzaro si dichiarava colpevole ed era dunque lecito chiedersi colpevole di che cosa, e poi, con quale mezzo Scalzo fosse tornato a Catanzaro, auto, aereo oppure treno? Avevamo un’idea, ma abbiamo rispettato il suo programma che prevedeva “incontri pubblici nei quartieri per spiegare come vengono spesi i soldi comunali: ogni cittadino ha diritto di sapere dove finiscono le sue tasse!”.

Gli incontri nei quartieri ci sono stati ed abbiamo atteso invano che Scalzo spiegasse ai cittadini come sono stati spesi i soldi elargiti nel 2006 dal comune a favore dell’associazione Ulixes per il progetto “Un treno per Catanzaro”. Il primo mistero era svelato, Scalzo a Catanzaro era tornato in treno. Si trattava di un importo sufficiente a far tornare il sorriso a tanti giovani precari, disoccupati, malpagati ed arrabbiati che vedono in Scalzo la speranza per un futuro senza raccomandati amici della politica pronti ad intascare le risorse pubbliche.

Nel 2007 il comune pagava ad Ulixes, con quietanza dello stesso Scalzo, la metà dell’importo, e così finivano nelle casse dell’associazione le tasse dei cittadini in attesa di un rendiconto analitico delle spese sostenute che in cinque anni non è mai arrivato. Il progetto prevedeva l’assegnazione di buoni viaggio a giovani e studenti che volessero rientrare a Catanzaro per eventi culturali o festività. Di recente pare sia stato pubblicato un avviso e l’occasione per spendere i soldi potrebbe essere la mobilitazione organizzata per il ritorno a casa degli studenti per votare il profeta della nuova rivoluzione etica, morale e culturale.

Scalzo, nel suo programma, spiega che “l’incompetenza e la mancanza di progettualità dei nostri amministratori locali fa sì che gran parte delle risorse europee a noi destinate restino inutilizzate”, ma dimentica che con la sua associazione in cinque anni ha lasciato inutilizzati, o forse meglio non rendicontati, soldi intascati dal comune, non certo per disonestà, ma per una evidente incapacità di portare avanti un progetto.

Ci chiediamo come si può proporre alla guida della città chi dietro un’immagine costruita ad arte per ingannare gli elettori assume un impegno nel 2006 e non lo fa niente fino al 2011 se non intascare la congrua anticipazione. Cosa ci insegna questa storia? Scalzo non è niente di nuovo, non ha capacità amministrativa, non è in grado di portare a termine un progetto minimo, è soltanto un personaggio vissuto all’ombra della politica dietro una sigla associativa per ottenere vantaggi con inesistenti progetti. Ancor più grave è che sia già così a soli 27 anni, under 30 tra coetanei che sognano un mondo diverso e non possono certo immaginare cosa potrebbe combinare da amministratore pubblico.

Tradisce la fiducia dei giovani incantandoli con parole tipo straordinario, intenso, emozionante ed un programma per la città che “vuole progettare ed avere un’amministrazione trasparente” contro l’incompetenza e l’affarismo della politica. Scalzo dimentica che a soli 27 anni è parte integrante del sistema che dice di voler abbattere. Colpevole, dunque, di che cosa? Di guardare ogni sera verso la telecamera e parlare dei suoi avversari raccontando se stesso.

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Author: Cristina

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