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Un racconto in musica dal titolo “ La umana commedia dentro gli universi di Fabrizio De Andrè” dominerà lo spettacolo-concerto che si svolgerà nel piazzale della Chiesa del Redentore il 3 settembre alle 20.30 per ricordare le giovani vite anzitempo spezzate. Anche quest’anno la parrocchia del Redentore ha inteso dedicare momenti significativi al valore e alla dignità delle vite spezzate ispirandosi alla statua del Redentore, alta quasi 10 metri e scolpita dall’ artista Maurizio Carnevali per volontà dei coniugi Lina Latelli e Lillino Nucifero che la donarono alla Comunità parrocchiale in memoria della giovane figlia Alida, deceduta per errore medico il 24 agosto 1999, e delle giovani vite spezzate.
La statua, collocata nel piazzale antistante l’omonima chiesa, fu inaugurata il 2006 alla presenza di autorità religiose, civili, militari e di un numeroso pubblico. L’iniziativa, diventata ormai un dovere verso i giovani che non sono più tra di noi, quest’anno si è arricchita di nuovi contenuti in quanto non si limita alla sola celebrazione della Santa Messa, che sarà officiata alle ore 19 dal parroco don Armando Augello, ma si allarga con l’ allestimento dello spettacolo – concerto, ideato e realizzato da Tonino Falvo, Lorenzo Di Cello e Claudio Fittante e finalizzato alla rivisitazione e alla riscoperta del mondo interiore esplorato da Fabrizio De Andrè.
Pertanto non saranno riproposti semplicemente i brani del grande cantautore genovese, prematuramente scomparso nel 1999, ma saranno ripercorsi i suoi itinerari umani e letterari che fanno sempre i conti con la verità dell’ esistenza dove si consumano sofferenze ma dove è anche possibile sperimentare anticipazioni di un paradiso guardando con fiducia verso la realtà che deve ancora venire. Saranno presentati testi di alto livello letterario ed artistico come “ Allor si mosse, e io li tenni dietro… Il viaggio”, “ Or vo’ che sappi, innanzi più che andi, ch’ei non peccaro...Il limbo: vite spezzate.
Dalla guerra, dal potere, dalla società malata, dalla cattiva sorte”, “Per me si va ne la città dolente…L’inferno: vite negate”, “E quindi uscimmo a riveder le stelle... A fronte dell’inferno: l’urlo di rivolta” ed altri testi ancora eseguiti da 23 persone e supportati dalla proiezione di immagini, didascalie e dalle musiche del maestro Claudio Fittante. «Abbiamo avuto la fortuna – affermano gli autori dello spettacolo – di annoverare Fabrizio De Andrè tra i nostri maestri viventi e verso di lui abbiamo tutti un debito di gratitudine. Ci ha aiutati – lungo il difficile cammino del discernimento – a capire che per separare il miele dalla cera occorre comunque prendere la vita per intero, così com’è, con tutto il suo altalenare; superare, prima che venga neve, i dubbi che la soffocano, la sviano; incontrare l’uomo ovunque, senza condizioni, preferendo semmai l’ ultimo. È questo – continuano – che ci permette di trasmigrare verso una qualità di esistenza nuova, anticipatrice di un diverso mondo possibile».
Data l’importanza della tematica in oggetto, la comunità parrocchiale del Redentore si prefigge di approfondirla adeguatamente nei giorni di preparazione della Festa del Redentore, che si svolgerà il 25 novembre prossimo, mediante un convegno di studio sul grave problema delle vite spezzate e sulle responsabilità educative ad esso connesse.
Lina Latelli Nucifero
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