Danilo Greco sulla questione Sacal- Ryanair

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Mi trovo costretto ad intervenire nel dibattito che tiene banco in questi giorni, sull’Aeroporto e la possibilità che Ryanair se ne vada, per riportare un po’ di chiarezza e permettere ai cittadini di capire quello che sta succedendo.

Devo dire che a distanza di dieci mesi da quando ho denunciato la gravità della situazione (danilogreco.wordpress.com), le cose non sono cambiate se non in senso negativo, tanto per dirne una i dipendenti aeroportuali rischiano il posto di lavoro, pagando una crisi di cui non hanno colpa, SACAL è costretta a risparmiare su tutto e non paga gli straordinari ai propri dipendenti.

Il nostro aeroporto è in rosso, come lo era un anno fa, di quasi due milioni di euro, e il problema continua ad essere Ryanair. Ogni anno destiniamo a questa compagnia low cost più di un milione e mezzo di euro ed è del tutto evidente che i soldi che investiamo non hanno un ritorno economico adeguato visto l’enorme buco di bilancio. Sostanzialmente Ryanair prende il contributo pubblico per poter poi chiedere un prezzo molto basso per il biglietto agli utenti. Questo determina però due situazioni che non possono essere ignorate. Intanto l’esborso di questi enormi capitali viene giustificato con i posti di lavoro che Ryanair promette di creare, 1 per ogni 1000 passeggeri in più creati dalla sua azione. A Lamezia quindi, Ryanair doveva portare 750 posti di lavoro in ragione dei 750 000 nuovi passeggeri annunciati, e non so voi, ma io non ne ho visto l’ombra. Che l’ente pubblico finanzi i profitti di una società privata al fine di creare posti di lavoro per i suoi cittadini è apprezzabile, ma i posti di lavoro non sono stati creati e allora tutti questi soldi pubblici devono essere investiti altrove, perché non ci si può permettere uno spreco così grande quando le famiglie calabresi hanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese. Dobbiamo fare un mea culpa e ammettere una cosa: la Calabria, considerando quanto sta succedendo all’aeroporto a Lamezia e quello che succederà agli aeroporti di Reggio e Crotone, è stata presa in giro dalla compagnia irlandese e dai suoi capi, O’Leary e Cawley.

Sono venuti qui promettendo posti di lavoro, sviluppo e turismo, e invece hanno provocato un buco di bilancio enorme e stanno minacciando i posti di lavoro pre-esistenti. A loro dello sviluppo della Calabria non interessa nulla, loro non mandano qui i loro aerei perché hanno a cuore la nostra regione. Al momento, come dichiarato nel corso dell’ultima conferenza stampa di Ryanair tenutasi all’aeroporto di Lamezia non molto tempo fa, loro gestiscono un terzo del traffico a Lamezia e ambiscono ad un minimo del 50%, massimizzando i profitti a discapito della libera concorrenza per la clientela calabrese.Loro pensano ad incassare e basta, dimostrando scarsa attenzione nei confronti dei passeggeri, e ambiscono ad una condizione di monopolio nel mercato che potrebbero raggiungere con la resa definitiva delle concorrenti. Una volta raggiunta questa condizione di monopolio totale, nessuno impedirà loro di alzare i prezzi e pretendere sempre di più da aeroporti e autorità locali, sia in termini di risorse che in termini monetari. Si tratta di un ricatto vero e proprio, e per questo motivo la base Ryanair a Lamezia non si dovrà fare.

 La seconda questione riguarda le altre compagnie aeree, che invece di ricevere contributi pubblici, pagano all’aeroporto i servizi di scalo: morale della favola è che le altre compagnie aeree che operano a Lamezia si trovano in netta difficoltà a fronteggiare la concorrenza “sleale” che Ryanair attua grazie ai soldi pubblici. Il rischio è allora che queste compagnie vadano via da Lamezia, isolando il nostro aeroporto sulla scena internazionale. Per la verità questo processo è già iniziato, a causa di Ryanair ad esempio Air One (low cost) non fa più la tratta Lamezia-Pisa e Alitalia non fa più Lamezia-Bologna.

Ryanair è in questo momento indagata sia da alcune procure italiane che dalla Commissione Europea, proprio per questo sua modo di agire, concorrenza sleale e aiuti di Stato, ma soprattutto Ryanair assorbe le risorse degli aeroporti che la finanziano e poi li abbandona, come è successo a Verona. E cosa succederà se la compagnia irlandese verrà condannata? Come faremo a recuperare tutti i soldi che gli abbiamo dato? Il nostro contratto con Ryanair scade ad ottobre, e dal 2014 entreranno in vigore nuove norme sugli aiuti di stato, che garanzie ci siamo fatti dare in questo senso? Non vorrei che ci svegliassimo all’ultimo minuto, quando i danni saranno irreparabili. Ora, sottolineando l’importanza che rivestono i voli low cost per lo sviluppo del nostro territorio, la domanda che pongo è: siamo sicuri che per questo sviluppo sia conveniente investire su Ryanair? A mio avviso sarebbe preferibile stipulare accordi commerciali con altre compagnie low cost come Blu Panorama, Volotea o easyJet, che non solo offrono un servizio migliore, ma si mettono in gioco sul mercato senza pretendere che sia l’ente pubblico a finanziarli a dismisura. Queste altre compagnie low cost ci garantirebbero una maggiore stabilità, e una maggiore certezza per il futuro. E allora, rispondo a tutte le preoccupazioni sulla possibile fuga di Ryanair da Lamezia, forse sarebbe meglio che questa compagnia andasse a dissanguare altri aeroporti, cosicché noi potremmo stipulare accordi sicuramente più vantaggiosi e sicuri con altre compagnie low cost, che non solo garantirebbero un servizio migliore e a basso costo per gli utenti ma ci permetterebbero anche di ripianare il buco di bilancio registrato anche quest’anno da SACAL.

Danilo Greco

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Author: Maria Cristina Condello

Maria Cristina Condello ha conseguito la laurea Magistrale in "Informazione, Editoria e Giornalismo" presso L'Università degli Studi Roma Tre. Nel 2015 ha conseguito il Master di Secondo Livello in "Sviluppo Applicazioni Web, Mobile e Social Media". Dal 2016 è Direttore Responsabile della testata giornalistica ntacalabria.it

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