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Continua l’impegno della sezione comunale di Satriano della Con.F.A,C.I.T teso a raccogliere e divulgare esperienze e testimonianze di vita che siano di esempio e sprone per le nuove generazioni.
Nell’ambito di tale iniziativa, la presidente della Sezione, Nadia Montirosso, si è recata a Falerna, contattata dal sindaco Giovanni Costanzo per intervistare il sig. Michelangelo Mascaro, un nonnino spumeggiante, da poco centenario, pieno di vitalità e profonda fede cristiana. Spesso, durante l’intervista ha ringraziato sempre il Signore per la sua longevità. Nonostante i suoi cent’anni non ha bisogno né di occhiali, perché ci vede benissimo, né di apparecchio acustico, in vede, capisce e sente, come lui stesso asserisce con orgoglio, meglio di un ventenne. Dal palco, che è stato allestito per l’occasione, rivolgendosi con grande entusiasmo, ha lanciato una sfida a tutto il pubblico, vantandosi del suo secolo di vita. Ogni anno l’amministrazione comunale organizza il pranzo degli anziani e il caro nonnino è sempre in prima linea. Presente assiduamente tutti gli anni, ha sempre tenuto col fiato sospeso l’intera compagnia, che ogni anno al soffio delle candeline aspettava impaziente di spegnere quelle del centesimo anno. E’ una persona alla quale piace stare sotto i riflettori ed essere al centro dell’attenzione e non nasconde di avere un debole per le belle signore.
Una vita combattuta, piena di sacrifici. Ha raccontato alla sig.ra Montirosso che quando andava a scuola con “le scarpe della nascita”, come lui ama citarle, doveva farsi quattro ore a piedi senza essere accompagnato da nessuna carrozza e ricorda la scomparsa del proprio maestro nel 1935. Ringrazia sempre il Signore per i suoi otto figli e per la moglie Antonietta, con cui ha vissuto ben 54 anni. Durante il Secondo Conflitto Mondiale, ferito durante un bombardamento fu congedato facendo ritorno nell’amata patria, ma dovette fare subito i conti con la crisi del dopoguerra. Affrontò trentadue giorni di viaggio in nave per recarsi in Australia, “nella terra dove si colava l’oro”. Era la canna di zucchero, un lavoro molto duro che gli faceva guadagnare solo quattro sterline al giorno sotto il sole cocente a 42 gradi e doveva tagliare, caricare e “scurinare” le canne da zucchero, ma il nostro caro nonnino ha commentato che in gioventù non sentiva nessun patimento e con la sua docile ironia riferisce che ora invece, anche con l’aria condizionata, sente molto caldo. Cita con ironia la frase “comu tà piggi tà mangi a minestra gioventù”. Rientra in Italia nel 1972 dopo ben trent’anni di immigrazione per fare il contadino a Falerna e lascia in Australia quattro dei suoi otto figli. Rimembra con grande dolore che quando in Italia è rientrato il fascismo lui non aveva niente. Una volta, commenta, “non vi credete che non c’era il pane come oggi che lo buttano in tanti, allora si mangiavano gurini e favareddi”, ma, continua, “sempre con l’aiuto di Dio riuscivo a far mangiare ai miei figli verdura e fagioli” che andava personalmente a prendere con l’ausilio di una bicicletta, camminando sulla ferrovia.
“Il sig. Michelangelo –ha commentato Luigi Bulotta, presidente provinciale della CONFACIT-, rappresenta con i suoi cento anni, un pezzo di vita e di storia della nostra terra, ma anche, come tanti della sua età un esempio di vita improntata a valori etici e morali con i quali ha sicuramente plasmato i suoi figli, i familiari, gli amici. Il suo racconto, la fede profonda e la gratitudine sentita verso Dio per i doni ricevuti rappresentano sicuramente una testimonianza da trasmettere e dai cui trarre spunti di riflessione che ci stimolino ad improntare la nostra vita a tali modelli. Per questo plaudo alla valida iniziativa intrapresa dall’instancabile presidente della nostra sezione di Satriano, Nadia Montirosso, di raccogliere queste testimonianze di vita che vanno diffuse, sopratutto tra i giovani, per far crescere e radicare nei nostri cuori quei valori etici e morali fondamento dell’umanità”.
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