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Continua l’impegno della sezione comunale di Satriano della Con.F.A.C.I.T teso a raccogliere e divulgare esperienze e testimonianze di vita che siano di esempio e sprone per le nuove generazioni.
Questa volta la presidente della Sezione, Nadia Montirosso, si è recata a Chiaravalle Centrale che vanta il primato di avere al momento cinque centenari in vita, tra cui il Sig. Francesco Macrina, noto come Mastro Ciccio. Ha ben centodue anni, portati abbastanza bene. L’incontro è avvenuto a Palazzo Staglianò in occasione della festa dei nonni organizzata dalla presidente del Consiglio Comunale, Maria Teresa Sanzo, dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione e Cultura, nonché dalla Parrocchia Santa Maria della Pietra, per rendere merito e dare risalto ai nonni, figure familiari indispensabili che rappresentano un patrimonio per la nostra società.
Dall’intervista con Mastro “Ciccio” ne è emersa una persona che ha il culto degli antichi valori, le sue parole sono cariche di esperienza di cento anni che sono da prendere come esempio e fortificarci come uomini; una vita per Mastro Francesco sostenuta dalla preghiera e dalla fiducia nella protezione dello Spirito Santo.
Un incontro emozionante con una persona straordinariamente attiva, umile e piena di valori, fondamentalmente cattolici.
Dialogando con la presidente Nadia Montirosso, Mastro Ciccio ha parlato con estrema serenità, assicurandosi di farsi capire e dimostrando di avere all’età di centodue anni una mente lucidissima, elencando i percorsi della sua vita; si gloria di essere un poeta, musicista e artigiano di grande qualità. E’ felice del suo nome perché molto devoto a San Francesco d’Assisi. Nella vita di mestiere ha fatto il “supercalzolaio”, come ama definirsi. Infatti, per l’occasione esibiva un bel paio di scarpine fatte a mano all’età di novantanove anni. L’ultimo paio lo ha fatto di recente.
Dai suoi racconti emerge uno spirito avventuroso, sposato per due volte, la prima moglie morì precocemente, donna descritta in modo meraviglioso, dopo quattro anni si risposa e vive tutt’oggi insieme a lei in completa autonomia. Questa esperienza gli ha insegnato che bisogna volersi bene quando si è in vita e bisogna essere fedeli prima di tutto in Dio. Ogni mattina si alza al massimo alle sei, e prima del caffè beve sempre un bicchiere di acqua fresca, mangia di tutto, due bicchieri di vino al giorno e uno la sera; la cena è un pasto molto leggero. Odia le macchine, descrivendole delle assassine perché se non si cammina ci si arrugginisce, e anche perché durante le sue passeggiate per le vie del paese incontra delle signorine alle quali dedica sempre queste parole: “la vita è un lampo, la morte è un giorno, l’amore una pazzia”. Ci saluta con affetto suonandoci con la fisarmonica un pezzo di opera lirica e una bella tarantella. E non è finita qui! Ancora produce con le proprie mani calzari e tantissimi presepi, scrive poesie vantandosi di un ricco curriculum che ci esibisce con grandissimo orgoglio.
“Un altro uomo, un altro pezzo di vita e di storia della nostra terra; una vita basata sulla famiglia, il lavoro, la fede; una vita da prendere ad esempio da parte delle nuove generazioni. E’ questo il significativo ed apprezzabile obiettivo – ha commentato Luigi Bulotta, presidente provinciale CONFACIT – che la Sezione di Satriano, mirabilmente guidata dalla sua presidente, con queste interviste intende realizzare: trasmettere e far radicare valori e modelli di vita su cui far riflettere, stimolando comportamenti coerenti che inneschino nel cuore degli uomini valori autentici e fondamentali dell’umanità”.
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