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Con sentenza del 19 marzo 2013, nel procedimento di opposizione promosso dalla CISL MEDICI, dalla CISL FP, dalla FASSID, tutte difese dall’Avv. Floriana Malacrino, dall’Avv. Ileana Pileggi e dall’Avv. Giacomo Farrelli, il Giudice del Lavoro del Tribunale di Catanzaro Dott. Rosario Murgida ha condannato l’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro per la condotta antisindacale tenuta in occasione dell’approvazione della dotazione organica del personale che l’Azienda ha disposto con delibera n. 2495 del 30.09.2011 senza previamente sottoporla alla consultazione delle organizzazioni sindacali.
Oltre all’immediata cessazione della condotta illegittima e alla rimozione dei suoi effetti, il Giudice ha ordinato di revocare il relativo capo della deliberazione interessata, compensando le spese della doppia fase di giudizio e di conseguenza condannando in questa fase l’Azienda alle spese di lite nella misura di Euro 3000.
La CISL MEDICI esprime soddisfazione per l’accoglimento della opposizione al decreto emanato dal primo Giudice, in quanto le OO.SS. della dirigenza medica e del comparto non sono state messe in condizione di esercitare le proprie prerogative, espletando pienamente la propria attività, in una materia – peraltro – così delicata inerente l’approvazione della dotazione organica del personale.
L’Azienda, diretta dal Dott. Gerardo Mancuso, ha peraltro violato un vero e proprio diritto alla consultazione delle OO.SS. sia contrattuale che di legge. Proprio il carattere imperativo, afferma la sentenza, “della norma di legge violata (ex art. 2, c. 2, D.lgs. n. 165/2001) impone di considerare l’osservanza dell’obbligo di preventiva consultazione quale presupposto di legittimità (e quindi requisito di validità) dei provvedimenti datoriali. Ne discende la necessità di caducare le determinazioni che l’Azienda ha adottato senza osservare tale obbligo”.
Dunque la suddetta decisione dà ragione all’azione del sindacato e dimostra la violazione di norme contrattuali, la recidività del comportamento dell’organo di gestione dell’ASP di Catanzaro e della sua chiara intenzione di sminuire il ruolo sindacale.
Non è la prima volta, infatti, che le intenzioni della Direzione Generale in senso legalitario vengono sistematicamente disattese anche nell’applicazione di norme concertate. Anche di recente le violazioni, che agiscono sulla legittimità degli atti adottati, riguardano l’attribuzione di alcuni incarichi di sostituzione per la direzione dell’U.O. di Ostetricia e Ginecologia, di Anatomia Patologica, di Oculistica, di Chirurgia Generale del Presidio Ospedaliero di Lamezia Terme.
L’adozione delle suddette delibere è avvenuta da parte della Direzione Generale senza le prescritte procedure e criteri tutti sanciti dall’art. 13 del Regolamento sull’attribuzione degli incarichi deliberato con atto n. 2090 del 03.08.2012 dalla stessa Azienda, dopo la concertazione con le rappresentanze sindacali.
Viceversa, dopo aver definito i suddetti conferimenti intorno ai quali non è difficile ipotizzare interessi non in linea con le regole concertate, l’organo di gestione dell’ASP è ritornato con l’attribuzione di altri incarichi alla …. normalità, e cioè all’osservanza dei criteri stabiliti, ignorando per quelli non conformi alle regole che lo stesso regolamento stabilisce la nullità di diritto degli incarichi dirigenziali conferiti con criteri difformi da quello da esso fissati.
Il tutto è frutto di disattenzione o di superficiale ponderazione delle regole da applicare? O risponde ad una scelta meditata della Direzione Generale, che vuole usare il Regolamento a mò di specchietto per le allodole, da rispettare quando il rispetto non comporta rinuncia a decisioni pre-confezionate?
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