CISAL sanità: “Qual è il futuro del Presidio Ospedaliero di Soverato?”

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Nel P.O. di Soverato alle mancanza di personale medico, alle gravi carenze strumentali ed economiche, da ieri si aggiunge , come ciliegina sulla torta, la chiusura della sala operatoria d’ortopedia.

È questa la risposta dell’Asp alle nostre segnalazioni di gravi carenze mediche e non solo? È questa la risposta dell’Asp, alle necessità della popolazione di un ampio comprensorio?

Quale sarà, a questo punto – si chiede il responsabile Cisal Sanità, Edoardo Posca – , il futuro di questo presidio sanitario , punto di riferimento di una vasta porzione di territorio della costa jonica calabrese, ma non solo ?
L’estate è oramai alle porte e, come ampiamente noto a tutti, grazie al flusso dei vacanzieri (cittadini dell’hinterland o turisti provenienti da ogni dove che siano) la popolazione di Soverato e del suo comprensorio aumenta a dismisura, fino a superare le 40mila presenze.

E’ ovvio, che tale notevole incremento della popolazione porta inevitabilmente con se delle potenziali problematiche di ogni tipo, sanitarie comprese. Nonostante ciò, nonostante i vertici ospedalieri e aziendali del nosocomio soveratese e quelli della sanità regionale e provinciali dell’Asp , siano perfettamente a conoscenza di ciò, fino ad oggi non hanno fatto nulla per risolvere la grave carenza di personale sanitario già esistente presso il P.O. di Soverato.
Lo abbiamo detto e ridetto più volte – esclama Edoardo Posca della Cisal Sanita’ – così non si può andare avanti! Ma ciò nonostante, tutti coloro i quali sono deputati (e pagati per farlo) alla risoluzione di questa problematica, sembrano ignorarla o essere incapaci a fronteggiarla.

Così, l’emergenza sanitaria continua ad essere più pressante che mai, tant’è che ad oggi, tre ortopedici; tre radiologi e tre pediatri devono sostenere l’intero peso della situazione, lavorando – nonostante tutta la buona volontà, la disponibilità e la professionalità di cui dispongono – in una situazione di disagio e forte stress, nonché di potenziale pericolo perché, alla lunga, l’errore può sempre incorrere.

I pochi medici presenti sono costantemente costretti dalle necessità e dalle richieste di cure che ricevono, a fare molti più turni di quanti dovrebbero. Se, ad esempio, da contratto sanitario sono previste 10 reperibilità al mese, qui gli ortopedici ne fanno ben 24/26 ; tutti i mesi.

A ciò si aggiunga – spiega Iuliano dell’ufficio stampa Cisal – che il responsabile sanitario del reparto di ortopedia non percepisce neanche l’indennità di ruolo e che, dallo scorso mese di gennaio, tutti i dipendenti sanitari dell’intero presidio ospedaliero, al disagio derivante dal dover lavorare con risorse strumentali carenti e con turni massacranti, devono sommare anche la penalizzazione del non vedersi pagare le spettanze relative ai tanti turni notturni, festivi e molteplici reperibilità che la grave mancanza di personale impone loro. Neanche i ripetuti solleciti effettuati dai dipendenti al datore di lavoro hanno mutato la situazione. Insomma, oltre il danno, anche la beffa.

Eppure, l’ortopedia di Soverato è tra le eccellenze regionali; è il primo ospedale pubblico calabrese a praticare l’artroscopia; in questo reparto, a dispetto dei soli 3 medici e dieci posti letto disponibili, già in questa prima parte del 2014, sono stati effettuati 250 interventi.

Ma neanche – chiosa Posca – questo (o forse proprio questo?!?) ha fatto da sprone e da giusto input ai vertici sanitari. Di nuovi medici in arrivo neanche l’ombra.
E con la bella stagione alle porte, il precitato notevole incremento di presenze sul territorio, farà inevitabilmente aumentare la mole di lavoro.

Occorre un numero di medici sufficiente almeno a garantire la giusta turnazione. Se già ad oggi nessuno può permettersi di andare in ferie, cosa accadrà in estate?
Deve accadere qualcosa di veramente negativo, prima che coloro i quali sono preposti a risolvere tale problema agiscano?

Si che l’ortopedia calabrese è sotto organico un po’ ovunque, ma qui, a Soverato, è veramente “messa male” .
E negli altri reparti, pronto soccorso e radiologia, non va certamente meglio.
Della grave situazione esistente in questo presidio sanitario – continua il coordinatore Cisal Sanità a cui fa eco il dr Barone della Cisal Medici- in occasione di un convegno recentemente tenutosi a Chiaravalle, ho personalmente informato il sottosegretario alla Sanità Vito de Filippo, (che con l’occasione ringrazio pubblicamente ed anticipatamente per l’attenzione e la disponibilità dimostrata, nonché per la sua promessa di portare il tutto all’attenzione romana). Allo stesso De Filippo è stata rappresentata la grave realtà dei fatti, suffragata da tante testimonianze dei cittadini-pazienti, nonché la necessità di mantenere in vita – e se possibile potenziare ulteriormente – il nosocomio soveratese.

Ciò al fine di scongiurare le notevoli problematiche cui andrebbe incontro la popolazione tutta di un’ampia area del territorio jonico calabrese (e non solo, considerata la grande affluenza di pazienti da altri territori che hanno già perso questi reparti), nel caso in cui questa struttura dovesse essere chiusa o riconvertita, come già accaduto a quella di Chiaravalle.

Quali le risposte dell’Asp e della Sanità “Romana”, staremo a vedere. Certo la recentissima disposizione di blocco degli interventi chirurgici ortopedici, non lascia intravedere e sperare nulla di buono .

La CGU Cisal Sanità, dal canto suo – hanno concluso Posca e Iuliano – continuerà a vigilare sulla pesante situazione esistente non escludendo – ove si rivelasse necessario – ogni forma di protesta, dalla mobilitazione del personale al coinvolgimento di tutti i cittadini del comprensorio interessati, affinché tutte le problematiche su esposte possano essere, una volta per tutte, affrontate e risolte

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