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Sono trascorsi solo pochi giorni da quando la Cisal è dovuta intervenire per evidenziare l’esistenza di gravissime problematiche organizzative ed economiche presso l’ospedale di Soverato a cui, ci auguravamo, si ponesse rapidamente fine.
Oggi, nostro malgrado – affermano Renato Barone, responsabile regionale Calabria di Cisal Medici e Edualdo Posca, neo vice segretario nazionale Cisal comparto Sanità – ci vediamo costretti a constatare che, non solo non si è fatto nulla per risolvere, sia pur solo in parte, quei problemi ma, quasi come una ciliegina sulla torta, a quei motivi di forte disagio e stress lavorativo a cui va incontro tutto il personale medico e paramedico che opera in quel presidio Sanitario, se ne sono aggiunti degli altri.
Ci riferiamo ad esempio – proseguono i due dirigenti sindacali – all’aver ricevuto in ritardo, senza che ve ne fossero noti e comprensibili motivi, gli stipendi del mese di gennaio ma non solo.
Quindi, non solo non si pagano i pre-autorizzati (ed imposti dalla persistente condizione di sottorganico) extra, ma si corrisponde in ritardo anche il minimo tabellare.
Se poi si considera che alla già di per se spiacevole circostanza del tardivo pagamento, si è aggiunta l’incompleta corresponsione delle spettanze causata dal mancato pagamento di indennità festiva e notturna, reperibilità, turni supplementari, ecc… la situazione assume carattere di particolare gravità.
Eppure, stante la cronica carenza di personale medico e non, si continua a chiedere doppi turni ed altre prestazioni extra a tutto il personale che, con spirito di sacrificio e alto senso di responsabilità, pur molto affaticato e non certo incoraggiato dai mancati o tardivi e incompleti pagamenti, continua a fare tutto quanto necessario per garantire perlomeno i livelli minimi assistenziali e le giuste attenzioni a quanti tra bambini e adulti, sofferenti, si rivolgono loro.
Oltre il danno, anche la beffa? Pare proprio di Si.
La situazione esistente, non solo è ai limiti del grottesco, ma si sta facendo veramente insostenibile La Cisal non è più disposta a tollerare oltre questi incomprensibili ed ingiustificati ritardi, alcuni dei quali si protraggono oramai da più di due anni – incalza Iuliano consigliere nazionale e responsabile dell’ufficio stampa Cisal.
A quanto ci è dato di sapere – aggiunge il consigliere – neppure i medici in convenzione (di cui abbiamo parlato nel precedente intervento) percepiscono quanto loro dovuto da mesi. Non vogliamo e non chiediamo i nomi dei colpevoli, perché questo non risolverebbe comunque il danno economico ai dipendenti.
A nome di tutti i lavoratori di quella struttura sanitaria chiediamo però che si faccia luce su quanto accaduto sinora e che si inizino a pagare tutte le spettanze arretrate.
E non ci venissero a dire – aggiungono Barone, Posca e Iuliano – che il ritardo di 2 anni e/o delle varie voci dell’ultimo stipendio è stato causato da documentazioni allegate incomplete perché qualcuno deputato ai controlli avrebbe potuto chiedere per tempo le necessarie integrazioni.
Sarebbe un ulteriore tentativo di presa in giro. Le bugie hanno le gambe corte. La verità, a nostro avviso, e che evidentemente c’è un’organizzazione che non va bene; una cattiva programmazione economico-finanziaria e c’è qualcuno che non fa pienamente il suo dovere o non si assume tutte le sue responsabilità.
Esigiamo quindi – chiosano i dirigenti Cisal – che vengano poste in essere tutte le necessarie procedure contabili affinchè, già dalla prossima busta paga di febbraio, i dipendenti possano ritrovarsi almeno una parte dei meritatissimi e sudatissimi soldi arretrati.
Reclamiamo, inoltre, la puntualità nel pagamento degli stipendi in ogni sua componente perché, specialmente in questo particolare momento socio-economico e per le famiglie monoreddito, il personale deve poter onorare i propri impegni e le proprie scadenze come mutui, presti bollette, oltre naturalmente a quanto necessario per la quotidianità.
Rinnoviamo la nostra disponibilità al confronto ed alla collaborazione per l’eventuale individuazione congiunta di una possibile soluzione. Restiamo in attesa di un incontro con i massimi vertici aziendali, a nostro avviso oramai non più rinviabile
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