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La costituzione di un tavolo operativo permanente che porti all’ attenzione dell’Upi, dell’Anci e soprattutto del presidente della Regione Mario Oliverio la preoccupazione dei sindacati in merito alla mobilità dei dipendenti delle Province, al fine di individuare le possibili soluzioni per scongiurare drammatiche conseguenze sociali dovute all’attuazione della legge di stabilità. E’ quanto emerso nel corso dell’incontro che si è tenuto questa mattina nella sala Giunta di Palazzo di Vetro in seguito all’appello delle segreterie provinciali della Fp Cgil, della Fp Cisl e della Uil Fpl al presidente della Provincia Enzo Bruno che ha provveduto immediatamente alla convocazione di un tavolo esteso anche alla segreteria provinciale dell’Ugl e ai rappresentanti delle Rsu.
All’ incontro hanno preso parte, oltre al presidente Bruno e al segretario generale dell’Ente intermedio Vincenzo Prenestini: le segreterie provinciali della Fp Cgil, della Fp Cisl e della Uil Fpl, rappresentate rispettivamente da Bruno Talarico, Luigi Tallarico e Francesco Caparello; il segretario provinciale dell’Ugl, Franco Greco; Adriano Sirianni, Rsu Uil; Roberto Crispo, rappresentante Rsu Cisl; Vincenzo Marino e Serena Procopio, rappresentanti Rsu Cgil.
“La legge di stabilità lascia ampi margini alle Regioni nel delegare alle Province le funzioni conseguenti all’applicazione della normativa – ha affermato il presidente Bruno che ha cercato di smorzare i toni allarmistici dei sindacati pur condividendone la preoccupazione –. E su questo vi sollecito ad intervenire sulla Regione affinché le Province mantengano le funzioni che stanno esercitando in questo momento. Per svolgere tutte le funzioni che sono state delegate a suo tempo dalle Regioni abbiamo la necessità di mantenere in carica il personale. L’amministrazione provinciale è molto sensibile a questa problematica e non si pone come una controparte: la Calabria di tutto ha bisogno tranne che di nuovi bacini di precariato. Saremo in prima linea nella tutela dei posti di lavoro facendoci promotori di un ragionamento collettivo che permetta di affrontare la problematica a tutti i livelli”. Anche nella veste di presidente regionale dell’Upi, quindi, Bruno si farà carico di intervenire per trasferire il tavolo di confronto aperto con i sindacali nella Provincia di Catanzaro ad un livello superiore che coinvolga anche Regione ed Anci. Del resto, il governatore Oliverio in visita alla Provincia di Catanzaro, sollecitato dal presidente Bruno, si era già dimostrato sensibile alla problematica.
“Apprezziamo la tempestività con cui il presidente della Provincia di Catanzaro si è fatto carico della problematica, non possiamo non essere preoccupati visto che la normativa prevede che entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge di stabilità debba essere individuato il personale da mettere in mobilità – ha detto il segretario provinciale della Fp Cgil, Bruno Talarico -. E non sottovalutiamo il fatto che ad avere problemi saranno anche i cittadini in termini di erogazione di servizi”. Non deve andare perso, in sostanza, un complesso di competenze e capacità gestionali maturate nel tempo dai dipendenti provinciali nell’amministrazione di determinate funzioni: serve un’opera di sensibilizzazione da indirizzare prima di tutto ai vertici regionali.
“Il dado è tratto – aggiunge Luigi Tallarico della Cisl – rispetto alla legge Delrio si è fatta molta confusione. Tenendo conto del problema della contrattualizzazione dei precari, le Province dovranno farsi carico non solo del personale ma anche della tutela dei servizi”.
Le stesse preoccupazioni sono state espresse da Francesco Caparello della Uil: “La legge di Stabilità attua tagli economici insostenibili per il 2015, 2016 e 2017 di tre miliardi di euro a regime e tagli lineari del 50 per cento alle dotazioni organiche, con la conseguenza che le Provincie non saranno più nelle condizioni né di finanziare le funzioni fondamentali rimaste in capo alle stesse anche per carenza di personale dedicato, né di garantire il trasferimento della spesa del personale agli enti subentranti nelle funzioni non più considerate fondamentali”.
C’è da ricordare che nelle cinque Provincie calabresi, in applicazione della legge di stabilità 2015, i lavoratori interessati sono più di 2.700 unità, di cui il 50 per cento è soggetto da subito a processi di mobilità, oltre alla problematica di tutti i lavoratori che attualmente operano nelle Province con contratti a tempo determinato.
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